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Le daim

2019
Titolo Originale:
Le daim
REGIA:
Quentin Dupieux
CAST:
Jean Dujardin (Georges)
Adèle Haenel (Denise)
Albert Delpy (Monsieur B.)

Il nostro giudizio

Le daim (Deerskin) è un film del 2019, diretto da  Quentin Dupieux.

La Francia si addice a Quentin Dupieux. Dal suo ritorno da Los Angeles, dove ha girato una serie di film in totale indipendenza, il regista musicista è in ottima forma. Se i racconti eccentrici di Dupieux sembravano trovare nei paesaggi neutri delle città e dei deserti della California terreno fertile per una valanga di idee e situazioni bizzarre, la riduzione dell’immaginario del regista in spazi più ristretti – un villaggio di montagna in Le daim – si risolve in film ancora più riusciti, con attori perfetti, ieri Benoit Poelvoorde e Grégoire Ludig, oggi Jean Dujardin e Adèle Haenel. C’è anche il grande piacere per Dupieux di filmare la Francia e i suoi attori attraverso il prisma delle sue fantasie da regista. Sembra di trovarvi la nostalgia di un certo cinema anni Settanta tricolore (Bertrand Blier, per esempio) mescolato con preoccupazioni contemporanee, ispirate al malessere del nostro tempo. Le daim fa rivivere la follia selvaggia di Rubber – di nuovo un serial killer in un universo quotidiano.

Ma il mostro questa volta ha un volto umano: quello di un ordinario quarantenne, Georges, che pianta famiglia e lavoro da un giorno all’altro, e spende tutti i suoi risparmi per vivere il suo sogno: comprare una giacca scamosciata al 100%. Questo rapporto di possessività e gelosia con la giacca finirà per immergere George in un delirio criminale … Dupieux spinge molto in là il cursore dell’ assurdo e dell’umorismo nero. Le daim è acuto, spaventoso, asfissiante. Ed è anche l’incontro di due follie, quella di Gregory e quella di Denise, incontrata in un bar e accecata dalla sua passione per il cinema.  Il film di Dupieux si trasforma in una commedia horror, con impreviste esplosioni di violenza. Investito di un ruolo inquietante, Dujardin compone un personaggio molto lontano dagli idioti infantili che hanno costruito la sua reputazione. Adele Haenel arricchisce il suo personaggio con annotazioni biografiche e si integra perfettamente con il mondo di Dupieux senza forzarne i tratti. Le daim è un’esperienza affascinante che rafforza il progetto nascosto del regista: radicalizzare il suo cinema e scavare il solco di una follia più dura che dolce.