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Last Survivors

2021
REGIA:
Drew Mylrea
CAST:
Drew Van Acker (Jake)
Alicia Silverstone (Henrietta)
Stephen Moyer (Troy)

Il nostro giudizio

Last Survivors è un film del 2021, diretto da Drew Mylrea.

Sapete cosa è successo l’11 dicembre del 2002? Niente di ché se lo domandiamo a voi dormienti e ipnotizzati schiavi sociali, ma nella realtà vera, quella che ci tengono nascosta, bam, c’è stata la Terza Guerra Mondiale! “Shit on the fun and the world fall down in the dirt”. Questo è ciò che credono Troy e Jake, rispettivamente padre e figlio, isolati in una baita tra le montagne di chissà dove. Sopravvivono lì da molti anni, pescando cozze e salmoni con le proprie mani, coltivando verdure nei giorni meno rigidi e disseminando trappole micidiali intorno al loro rifugio, nel caso qualche “estraneo” si avvicini con delle cattive intenzioni: il che è davvero scontato per Troy (interpretato dallo Stephen Moyer di True Blood). Via via che il film procede però, lo è sempre meno per suo figlio Jake (Drew Van Haker). Il ragazzo ha ricordi confusi del proprio passato prima della guerra, era piccolo. C’è nella sua mente un’immagine ricorrente e pure un po’ sfocata di lui e il padre che scappano in macchina, lasciandosi dietro il cadavere di una donna, e qualcuno che  bussa sul vetro implorando di non lasciarlo lì, per pietà. Il giovanotto un giorno è costretto a lasciare il padre ferito da solo nella baita per rimediare delle medicine. Va nel mondo convinto di dover uccidere un sacco di gente e invece non trova ostacoli di nessun genere. Il mondo non è quello di Mad Max, ma il solito vecchio interregno fotografato sulle riviste del National Geographic, tra indigeni del terzo mondo che muoiono di fame, malattie, e occidentali che si ammazzano di divorzi, inquinamento, violenza urbana. Jake durante la “missione medicine” incontra solo una donna, che si chiama Henrietta, è più grande di lui ma ancora piacente. Vive sola ed è gentilissima. Il ragazzo se ne innamora subito, ci va a letto e grazie a lei scopre quanto il padre stia fuori di testa e per giunta con un crimine molto grave sul groppone da cui è scappato via. Ecco cosa successe l’11 dicembre 2002, altro che guerra mondiale!

Last Survivors non è un granché. Abbastanza lento, con tre attori di medie capacità e una trama prevedibile, però suscita un certo interesse perché è una discreta metafora della situazione attuale che viviamo tutti. In fondo Troy non è tanto diverso dai genitori no vax che rifiutano per il figlioletto le trasfusioni di donatori vaccinati. Lui è certo che la guerra ci sia stata e che il mondo sia diventato una bolgia di iene e cani rabbiosi. Protegge suo figlio in buona fede, gli ha insegnato a sopravvivere, ad accendere un fuoco come faceva Jack London e difendersi nel corpo a corpo o usando un fucile. Peccato che poi la realtà sia un’altra e il ragazzo scopra a proprie spese quanto la figura del padre, fin lì assoluta, buona e giusta, sia sempre stato un muro di pazzia contro cui rompersi le ossa per appropriarsi delle belle cose che il brutto mondo, ancora può offrirgli: love, passion, Metallica, microonde e Netflix. La sorpresa del film è Alicia Silverstone. La pulzella della Generazione X non è stata con le mani in grembo dal 2000 a oggi, si è dedicata al teatro, alle produzioni indipendenti, alla vita famigliare e alle battaglie ecologiche. Purtroppo dal Cinema Grosso, quello che l’aveva resa la reginetta immagine degli anni 90, è sparita dopo una serie di scelte sbagliate e mai più riemersa anche per via della biologia. Già in The Lodge si era fatta notare (per quanto in una “comparsata” di pochi minuti culminata col proprio suicidio) come una perfettamente sfatta donna abbandonata dal marito, depressa, disperata. Qui pure è una moglie e madre in crisi, ma anziché farsi saltare lo scalpo davanti allo specchio preferisce darci un taglio con la vita cittadina e rifugiarsi vicino alla natura, in una casa rustica, mollando marito e figli.

Per quanto Henrietta sia in fuga dall’incessante “logorio della vita moderna”, esattamente come Troy e Jake, ha ancora i piedi saldi nel mondo reale e un sacco di magagne legali che vengono a cercarla tra i monti.  (La vera Silverstone ha un matrimonio abbastanza lungo alle spalle e un divorzio recente). Alicia Silverstone però è un dolore da vedere in Last Survivors, perché sebbene il suo fisico sia giusto per il ruolo da femmina in crisi di mezza età che si sfonda di cioccolata, vino e serie TV, vaneggia di auto-legittimazione da menopausa ed è sempre sul punto di uscire di testa una volta per sempre, nella nostra memoria di spettatori nostalgici, resta pur sempre il residuato fisico della fighetta dei lesbo-clip degli Aerosmith e bisogna dire che è invecchiata proprio male, cazzo. Per molti versi ricorda il tracollo di un’altra sexy girl precedente a lei, Kathleen Turner, e nonostante la scena di sesso con il giovane Jake (pornhub tale) e qualche suo momento in déshabillé casalingo, purtroppo, che ci crediate o no, a oggi la Silverstone è diventata una delle entità meno erotiche di tutto il cinema americano, quindi non vi aspettate nulla che alzi la temperatura del film, perennemente intorno allo 0,2. Per concludere, Last Survivors ha degli sviluppi da tragedia americana, è depressivo come un pomeriggio domenicale uggioso, ma non rinuncia alla speranza, riconciliando il mondo survivalista con la sporca civiltà e la vostra serata senza scopo con il sonno da tracollo glicemico post-anta.