Las brujas de Zugarramurdi è un film del 2013 scritto e diretto da Álex de la Iglesia.

Tre ladri misogini in fuga, arrivati in Francia dopo un furto fallito a Madrid, finiscono in un piccolo villaggio basco chiamato Zugarramurdi, luogo in cui nel 17 ° secolo si era tenuto un processo alle streghe. Qui vengono catturati da una congrega di streghe femministe che li sottopongono ad una serie di torture…

È dalla Ballata dell’odio e dell’amore che in Italia non si sente parlare di Álex de la Iglesia, ed è un peccato perché il suo ultimo La chispa de la vida avrebbe potuto essere interessante per molti. Allora aveva rischiato di vincere il Festival di Venezia, oggi, con Las brujas de Zugarramurdi , entusiasma il Festival di Toronto. La ricetta è la stessa, tanto cara al regista di Bilbao, abituato a mescolare commedia, horror e satira sociale. Un gruppo di rapinatori, dopo aver portato a termine un furto, finisce alla mercé di un covo di streghe.

La divisione dello sviluppo in tre sezioni distinte e la necessità di darne ragione, con annessa caratterizzazione dei (tanti) personaggi, finisce per dilatare eccessivamente i tempi, soprattutto in scene che – divertenti in sé – avrebbero giovato di una maggior pulizia formale. Ma tutto si perdona a un film che sa divertire, e a lungo; grazie a dei personaggi fuori dalla norma e alla solita ridda di citazioni cinefile, ma soprattutto a un helzapoppin’matriarcale in crescendo che trascina in un sabba caustico (soprattutto nei confronti dei luoghi comuni maschili) e pieno di ironia.