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Lake Bodom

2016
Titolo Originale:
Bodom
REGIA:
Taneli Mustonen
CAST:
Mimosa Willamo
Nelly Hirst-Gee
Santeri Helinheimo

Il nostro giudizio

Lake Bodom è un film del 2016, diretto da Taneli Mustonen

Alla base di tutto c’è la storia di un vero crimine, anzi di un super-crimine: un pluri-omicidio avvenuto negli anni Sessanta in Finlandia, senza colpevole. Un punto interrogativo che è rimasto tale e lo rimarrà probabilmente per sempre. Maila Irmeli Björklund e Anja Tuulikki Mäki, insieme ai fidanzati Seppo Antero Boisman e Nils Wilhelm Gustafsson, passarono la notte in una tenda presso le rive del Lago Bodom, vicino alla città di Espoo, il 6 giugno del 1960. Avevano 15 anni, le due ragazzine, e 18 i loro compagni. Li trovarono il giorno successivo macellati da una ignota mano che aveva pugnalato a morte tre di loro e semi-ammazzato Gustafsson, che però sopravvisse e fu persino sospettato dell’eccidio. Il regista finlandese Taneli Mustonen – che nel 2015 Variety segnalava come uno dei dieci talenti del cinema nordico da tenere d’occhio – ha tratto ispirazione da questo fatto di cronaca nera, rimasto nell’immaginario del suo Paese, per la trama di uno slasher che si mette, esplicitamente, sulle tracce del vecchio crimine irrisolto. Quattro ragazzi, due maschi e due femmine, decidono, oggi, di passare una notte sulle sponde del Bodom, proprio là dove si erano accampati i quattro sventurati nel 1960, per provare qualche brivido che li predisponga a una sana fornicazione. Ovviamente, non hanno messo in calcolo che dal fitto dei boschi di conifere lì attorno possa davvero sbucare qualche ombra assassina. Come invece succede.

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Lake Bodom parte e si sviluppa nella maniera più prevedibile possibile, almeno fino alla prima mezzora, quando una lama ignota comincia a calare fendenti contro il tessuto della tenda dei giovani gitanti e dentro la carne dei due ragazzi, mentre Ida-Maria (Nelly Hirst-Gee) e Nora (Mimosa Willamo), le due fanciulle, invece… Non si può e non si deve aggiungere una frase in più, a proposito di quello che succede da questo momento, se non che il film di Mustonen compie una sterzata brusca e inquietante dentro qualcosa di completamente diverso da uno slasher risaputo e scontato. I fatti degli anni Sessanta guidano lo sviluppo del resto della trama in una maniera che possiamo definire molto “creativa” e del tutto imprevedibile. Il regista e il suo amico, produttore e cosceneggiatore Aleksi Hyvärinen, si sono applicati parecchio tempo per trovare come quadrare il cerchio della finzione muovendosi da un dato reale e la loro idea si è dimostrata vincente. Lake Bodom non ha davvero niente di derivativo né di mimetico dai grandi classici americani degli anni ’80, anche in quella prima tranche in cui abbiamo la falsa impressione di capire tutto quello che sta succedendo, salvo venire poi improvvisamente scaraventati in una “dimensione” differente, dentro una trappola che – come scopriremo – ne nasconde al proprio interno un’altra e un’altra ancora.

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La grande suggestione fotografica che esalta gli ambienti finlandesi selvaggi che fanno da teatro alla vicenda di Lake Bodom, è un punto in più a favore di un thriller/horror che riesce a spremere dalla freddezza dei colori nordici un efficace contrasto con il rosso vivo del sangue, che non viene affatto risparmiato e che battezza, anzi, uno dei migliori slasher che si siano visto da parecchio tempo a questa parte. Un esperimento anche geograficamente eccentrico che conferma come la cinematografia del Nord Europa possa portare alla causa dell’horror contributi importanti e pregnanti.