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La sentinella

2021
Titolo Originale:
Sentinelle
REGIA:
Julien Leclercq
CAST:
Olga Kurylenko (Klara)
Marilyn Lima (Tania)
Michel Nabokoff (Leonid Kadnikov)

Il nostro giudizio

La sentinella è un film del 2021, diretto da Julien Leclercq.

La sentinella rivisita per l’ennesima volta il format Commando: un soldato super-efficiente entra in crisi quando gli viene impedito di continuare a combattere ed è restituito all’ambiente borghese e tranquillo in cui è cresciuto. Questa incapacità di adattamento della protagonista del film di Leclercq, dovuta anche a una serie di dipendenze chimiche ed esistenziali per l’orrore, è solo temporanea, poiché la guerra, se tu la vuoi, puoi farla anche da casa.
Proprio grazie al bisogno di scovare i responsabili dello stupro e la semi-morte della sorella Tania, caduta in coma profondo, Klara si può riscattare ai propri stessi occhi, riscoprendo in se stessa un senso e una utilità sociale. Le sue doti strategiche e d’assalto, che in ambiente borghese non sembravano avere un proprio loco e servire più a nulla, sono determinanti per rimettere a posto le cose, dando ai cattivi la punizione che meritano e agli innocenti la vigilata tranquillità entro cui possono continuare a boccheggiare, come pesci ignari dell’oceano vorace, nell’acquario del salotto. Guardando La sentinella viene in mente un altro film uscito da poco su Netflix e recensito su questo sito, La belva di Ludovico Di Martino.

Tra quello e il film di Leclercq, le differenze sono davvero poche. Si parla lo stesso di come le missioni riducano le capacità razionali e affettive di un bravo combattente, compromettendo il suo reinserimento nel tessuto sociale, trasformandolo in un estraneo in famiglia e un tossico in astinenza da adrenalina e oppiacei che può solo continuare a uccidere e cacciare per sentirsi vivo e presente a se stesso. L’uomo può sopportare un numero limitato di orrori, di violenze e di stress post-traumatici. Spremerlo oltre finisce per ridurlo a rottame. La sentinella Klara non ha più alcun posto dove vivere lontano dalla guerra. Sua madre e sua sorella, così affettuose e protettive, le scivolano addosso, facendole sentire quanto sia infossato il proprio cuore rispetto a loro. Il film di Leclercq pare volersi occupare di tante cose ma in fondo rifila sempre la stessa retorica violenta e pretestuosa a fini ludici. E non riusciamo nemmeno a goderci un storia di vendetta-pop corn, con tutta la tiritera sulle ipocrisie delle missioni di pace e sulla tranquillità armata che viviamo in patria; tranquillità fatta di pestaggi domestici e milionari stupratori che resterebbero impuniti, se non ci fosse qualche Rambo difettoso nei paraggi.

La protagonista, interpretata tutto sommato con buona volontà di sentimenti dalla bond-girl Olga Kurylenko (Quantum of Solace) impersona il paradosso, recuperato oggi dagli anni reaganiani, di come uno Stato desideri creare bravi soldati a orologeria per  sperare poi di disinnescarli e trasformarli in docili contribuenti una volta rimessi al posto da cui sono stati estirpati. Julien Leclercq gestisce quindi un action-movie di serie B dal taglio autoriale ma che non risparmia qualche goccia di sangue e baci lesbici, tanto per dare al prodotto un po’ di pepe, ma non abbastanza da riuscire a sentire il piccante, sia chiaro. Finale un po’ brusco che dallo sgozzamento risolutorio scivola lungo una sequenza dominata da sguardi al ralenti e muggenti sintetizzatori, dove si ribadisce che una volta diventata “Sentinelle”, Klara può solo sperare di essere rispedita al fronte o vivere come uno spettro in mezzo alla gente normale. Tania, la sorella stuprata, non riesce ad assecondare la sete di vendetta del soldato Klara: pensa a sua madre e al proprio nome infangato dalla pubblicità dei media, mostrando alla sentinella affamata di spari e di giustizia piombata, un genuino terrore del sangue per sangue: lei non vuole la guerra in casa, al punto di proibire alla vendicatrice consanguinea una risposta all’affronto del male, tenendosi l’umiliazione fino alla tomba. Si tratta della sola parte collegabile con il mondo reale, sia chiaro. La sola credibile. Insomma, questo Net-movie, vi offrirà un’ora e mezza di poco e niente, insegnandovi zero rispetto a ciò che Chuck Norris vi ha già insegnato su guerra, stupri e dente per-dente nei formativi anni 80.