Featured Image

La notte del giudizio – Election Year

2016
Titolo Originale:
La notte del giudizio - Election Year
REGIA:
James DeMonaco
CAST:
Frank Grillo (Leo Barnes)
Elizabeth Mitchell (Charlene "Charlie" Roan)
Mykelti Williamson

Il nostro giudizio

La notte del giudizio – Election Year è un film del 2016, diretto da James DeMonaco

Sembra un paradosso, ma la trilogia di James DeMonaco: La notte del giudizio, Anarchia – la notte del giudizio e ora La notte del giudizio – Election Year, al netto delle titolazioni originali e delle sue molteplici traduzioni, più che un’opera sulla violenza resta una riflessione sul sacro. Le due cose sono d’altronde correlate, persino complementari, tanto che nel 1972 l’antropologo francese René Girard dette alle stampe un volume abbastanza celebre che conteneva nel titolo i concetti summenzionati. La violenza e il sacro, con una congiunzione copulativa a separare la bizzarria dell’ossimoro. Come può il Male nelle sue varie declinazioni (l’odio sociale, la persecuzione, l’isolamento dell’altro) divenire manifestazione fisica della divinità, contenere in sé i germi della spiritualità ultraterrena? È così che nasce la religione, per Girard, grazie al sacrificio. La vittima, il capro espiatorio di giudaica memoria, si carica metaforicamente dell’odio collettivo e, immolandosi attraverso il proprio dolore, facendosi martire di una qualche imperscrutabile colpa, finisce con il diventare garante della pace sociale. I nemici si alleano di fronte al nemico comune, i legami sociali si rinforzano, la ritualità del sacrificio si trasforma nella rievocazione periodica e cerimoniale dell’evento vittimario originario. La vittima è il dio fatto carne, che sanguina, muore, insomma si sacrifica per permettere ai suoi aguzzini di ritrovare l’equilibrio perduto.

La notte del giudizio – Election Year (2016) segue il medesimo schema del secondo capitolo, cioè si abbandonano le geometrie claustrofobiche delle case o dei rifugi per riversarsi ancora per la strada. È la metropoli ad accendere le fantasie macabre del regista, la metropoli e la notte inquieta che la circonda, ed è proprio lì che l’abile demiurgo sistema i suoi folli personaggi, barbari, assassini e sanguinari. Maschere raffiguranti la Statua della Libertà tutta decorata di lampadine fluorescenti e insegne; pupazzi e peluche dall’espressione torva; majorette depravate armate di fucili e armi d’assalto. Ce n’è per ogni gusto, DeMonaco costruisce una sinfonia di perversione che in fin dei conti sintetizza e ricicla i momenti più infuocati degli altri film della serie. Non sappiamo quanto consapevole sia stata questa scelta, ma di sicuro egli è ormai entrato in piena fase politica: addita l’establishment americano offrendo infatti la parodia di un Congresso tutto impegnato ad affossare la proposta della senatrice Roan (Elizabeth Mitchell), ovvero abolire l’Epurazione. Ritorna il Frank Grillo di La notte del giudizio – Anarchia, qui nella parte di un addetto alla sicurezza, ritornano i negri (poveri) a dar battaglia a questa diabolica caccia all’uomo ad uso esclusivo dei ricchi.

C’è vento di cambiamento, chissà perché la senatrice ricorda Sarah Palin, le strade della città si tingono di sangue e di una masnada di burattini paludati come lo Zio Sam. È l’America dei ruffiani, dei cortigiani e delle congiure di palazzo, ma anche di chi lotta per stabilire dei principi di ordine etico. È raro che un regista americano, pur lavorando sotto l’egida di un produttore di larghe vedute come Jason Blum, riesca a mantenere un controllo pressoché perfetto sugli aspetti salienti di una trilogia, eppure DeMonaco ha portato a compimento un progetto che altri avrebbero abbandonato per strada. È partito in sordina, quasi seminando delle idee imperfette, ancora larvali, e poi è esploso come l’apogeo di un’orchestra, mostrando il lato migliore di sé, che guarda caso coincide con quello peggiore dell’Occidente. È come un cerchio che torna sempre lì, a Girard: la violenza e il sacro, l’America della guerra e quella della religione, la crisi e il superamento della stessa attraverso lo spargimento di sangue.