Featured Image

La Gomera – L’isola dei fischi

2019
Titolo Originale:
Corneliu Porumboiu
REGIA:
Corneliu Porumboiu
CAST:
Vlad Ivanov (Cristi)
Rodica Lazar (Magda)
Agustí Villaronga (Paco)

Il nostro giudizio

La Gomera – L’isola dei fischi è un film del 2019, diretto da  Corneliu Porumboiu.

Dopo Il Tesoro (2015), Corneliu Porumboiu ritorna con un film a lungo maturato e pensiero, che prolunga le precedenti opere aprendo il suo cinema con un’ampiezza e ambizioni nuove. La Gomera gli permette infatti di compiere, con brio, un passo importante in una filmografia già esemplare. Questo slancio si riflette anche in uno spostamento geografico, una profusione di personaggi e colpi di scena che portano lo spettatore lontano dalla cronaca sociale o dagli spaccati di vita ai quali ci aveva abituato il cinema rumeno contemporaneo, spesso brillante ma minato dalla ripetitività. Per la prima volta, il regista si chiama  fuori, almeno parzialmente, dalle sua Romania nativa e dalle strade di Bucarest per situare intere parti del film, compreso l’imprevedibile epilogo, sull’isola di Gomera, nelle Canarie, e a Singapore. Queste dislocazioni permettono a Corneliu Porumboiu di confrontarsi con altri paesaggi, altre ambientazioni, con l’umorismo e il senso della regia che conosciamo.

Si ritrova in La Gomera il personaggio di Cristi (interpretato dal grande Vlad Ivanov), poliziotto corrotto fino al midollo venuto a imparare il Silbo, la lingua fischiata e in codice che usano i nativi dell’isola, per recuperare un carico di droga ed eludere la sorveglianza della polizi. Questo è uno dei punti di partenza di un film che si dispiega secondo curve temporali e inversioni vertiginose. La Gomera risponde all’evidente volontà di Corneliu Porumboiu di svolgere una vasto racconto labirintico con tempi e prospettive incrociate, la cui opacità, emozionante e mai banale, ravviva la memoria dei film della Hollywood anni ’40; Porumboiu tira le fila di un una sceneggiatura a incastro dove le apparenze sono sempre fuorvianti e i personaggi sono sfaccettati. Ma il suo non è l’ennesimo film di genere postmoderno. I codici del cinema criminale consentono a Porumboiu  di esprimere, su un registro ludico, la sua passione per la semantica e per i meccanismi del linguaggio.

Il Silbo, antica lingua fischiata usata dai pescatori e dai contrabbandieri, è il modo migliore per i trafficanti di droga di capirsi tra loro eludendo la sorveglianza della polizia. È un linguaggio fatto tanto per comunicare quanto per non essere capiti. Alla maniera di un film che procede mascherato pur mostrando segni di riconoscimento, questo linguaggio fischiato ne nasconde un altro: il linguaggio del cinema. La Gomera è un bel film sul cinema che sposta l’idea della messa in scena sui territori del crimine e della dissimulazione, senza che la metafora sia smaccata. Due estratti di film, una sala di una cinemateca o un paesaggio di una città western bastano a Porumboiu per sviluppare nel cuore della sua opera una riflessione rilevante su un medium di cui egli ha costantemente esplorato la narrativa e le potenzialità formali. Porumboiu firma una commedia nera in cui la corruzione diffusa pone regole aleatorie di un fantastico gioco di ruolo.