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La babysitter – Killer Queen

2020
Titolo Originale:
The Babysitter: Killer Queen
REGIA:
McG
CAST:
Judah Lewis (Cole)
Bella Thorne (Allison)
Samara Weaving (Bee)

Il nostro giudizio

La babysitter – Killer Queen è un film del 2020, diretto da McG.

Le buone ricette son quelle che, comunque le rigiri, alla fine ti danno sempre un piatto sfizioso, da consumare con gusto e senza troppi pensieri. E se vale ancora il sacro verbo dello zio Hitch secondo cui i film non sono pezzi di vita ma bensì dei gran bei pezzettoni di torta, allora La babysitter – Killer Queen è a tutti gli effetti una bella crostata di ciliegie da mandar giù a grossi bocconi, in grado di saziare senza mai appesantire troppo e lasciando comunque la golosa voglia di averne ancora un po’. Da scaltro e scafato maître qual è sempre stato, Neflix sa bene quali ingredienti mettere a disposizione al caro McG per poter apparecchiare un degno seguito alla fortunata horror comedy di due anni orsono, lasciando nuovamente campo libero all’ormai collaudato impasto di ultra splatter, humor coatto e generoso sex appeal da dosarsi ben bene senza troppo complimenti. Una volta agitato e rimescolato per benino il tutto, ciò che ne vien fuori è, se possibile, un piatto ancor più sfizioso rispetto alla precedente portata, non fosse che per l’azzecatissima intuizione di voler dare un minimo di background alle situazioni e ai personaggi che abbiamo imparato ad amare tra un fiotto di sangue, crani esplosivi e battutacce degne di una scalcinata caserma in piena attività.

Senza perder troppo tempo in cazzabubbole varie, La babysitter – Killer Queen inizia giusto giusto a due anni di distanza dal precedente capitolo, con il giovane e complessato Cole (Judah Lewis) sopravvissuto al famoso satanico bagno di sangue nel quale persero atrocemente la vita gli amici della seducente babysitter Bee (Samara Weaving), il cui sinuoso corpicino, ricordiamolo, non venne tuttavia mai ritrovato. Nonostante tenti di superare gli assurdi accadimenti di quella notte, il nostro viene creduto pazzo da amici e parenti, tranne ovviamente che dall’amica Melanie (Emily Alyn Lind), anch’essa presente ai sovrannaturali bagordi che non devono essere nominati. E sarà proprio lei a proporre al timido compagno di merende una fuga in quel del lago in compagnia di una coppia di amici (Juliocear Chavez e Nandini Minocha) e del muscoloso fidanzato (Maximilian Acevedo), per darsi allo svago e, perché no, anche a qualche sano amoreggiamento. Ma ovviamente, manco a dirlo, nulla andrà per le buone, con vecchi e nuovi orrori in agguato dietro l’angolo pronti a dare nuovo filo da torcere al nostro povero Cole e alla nuova tostissima compagna di classe Allison (Bella Tohorne), l’unica forse a poter dar man forte per arginare un’ennesima ondata di satanassico terrore.

Non serve star qui a cavare un ragno dal buco quando, di fatto, il ragno e il buco manco ci sono, poiché La babysitter – Killer Queen parla esattamente come mangia, ovvero un linguaggio semplice, diretto e, in ogni caso, assai divertente. Pigiando a manetta sul pedale di uno spudorato citazionismo tutto postmoderno che da Reiner e Cameron conduce fino a Jordan Peele e al MCU tout court, il film scorre via che è una gran bellezza, fra i consueti eccessi di truculenza al sapore raimiano, conditi con dialoghi decisamente demenziali ma mai poi davvero così stupidi, tirando in ballo l’intero immaginario cine-videoludico 3.0 senza preoccuparsi di prendersi mai davvero sul serio. Ed è proprio questo il gran pregio della creatura di McG, ovvero il fatto di apparire onesta con sé stessa e con il proprio pubblico, spacciandosi nulla più che per una folle, provocatorio e divertente baloccone da ingollare a grossi bocconi senza la preoccupazione di risultare mai davvero credibile. Se poi ci vogliamo aggiungere qualche sano colpo di scena in grado di cambiare completamente la prospettiva su ciò che già è accaduto, beh, tanto di guadagnato signori miei, nulla da dire. Si, è vero: a lungo andare, soprattutto se in seconda battuta, il giochetto può finire per stancare un pochino. Ma cento di questi miseri minutini possiamo anche spenderli senza troppi problemi, che dite?