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L’uomo con i pugni di ferro

2012
Titolo Originale:
The Man with the Iron Fists
REGIA:
RZA
CAST:
RZA (Taddeus Blacksmith)
Rick Yune (Zen Yi / X-Bladen)
Russell Crowe (Jack Knife)

Il nostro giudizio

L’uomo con i pugni di ferro è un film del 2012, diretto da RZA.

Si staglia prepotente e spavalda la lunga ombra di Quentin Tarantino sopra l’opera prima di RZA, al secolo Robert Fitzgerald Diggs e leader del gruppo hip hop Wu-Tang Clan. Se da tempo la sponsorizzazione di un film è diventata un fattore così commerciale che non vale la pena spenderci più un briciolo di credibilità – e Tarantino più di una volta ha prestato il proprio nome anche al ludibrio di opere di dubbia qualità, è altresì indubbio che l’influenza del regista di Knoxville è palpabile nella storia, nei personaggi, nello spirito esploitativo, nelle situazioni e nelle citazioni.

Un sogno che si realizza

L’uomo con i pugni di ferro è innanzitutto una sceneggiatura che RZA scrive ispirandosi esplicitamente ai tanto adorati kung-fu movies e per i quali aveva già confezionato un omaggio realizzando la colonna sonora di Kill Bill. Per RZA non è il primo film che tenta di portare di fronte al pubblico del cinema. Il primo tentativo risale agli anni Novanta, con una storia basata sul suo alter ego Bobby Digital, ma nessuna casa di produzione gli diede troppo credito. Decise, quindi, per il successivo Wu-Tang vs. the Golden Phoenix, di seguire la via dell’autoproduzione, ma il film non fu mai distribuito. La collaborazione alla lavorazione di Kill Bill gli portò però l’amicizia con Eli Roth, che dal 2006 lo aiutò a sviluppare la sceneggiatura per questo nuovo progetto. Finalmente nel 2010 il film fu approvato dagli Studios e nel 2012 ha ricevuto il battesimo di fuoco delle sale. Gli incassi però non hanno risposto adeguatamente all’appeal e all’attesa che si erano create, giustificate dalla certezza che il film fosse un folle rollercoaster di personaggi e arti marziali con una buona dose di violenza, il tutto condito con un cast stellare.

 

Once upon a time in China

Blacksmith, interpretato con spirito drammatico dallo stesso RZA, è uno schiavo liberato – anche lui scatenato, unchained, come il quasi coetaneo e tarantiniano Django che, nelle intenzioni originali del rapper, doveva comparire anche all’interno di questo universo filmico – che fugge in un piccolo villaggio della Cina feudale, dedicandosi come fabbro all’arte della costruzione di armi letali, per lo più spade e lame. La sua vita tranquilla, allietata dall’amore di una prostituta del bordello di Madame Blossom – la sempre affascinante Lucy Liu – viene però sconvolta dal suo coinvolgimento, pagato a caro prezzo con l’amputazione delle braccia, all’interno di una faida tra bande e fratelli che si contendono un bottino d’oro sequestrato al Governatore. In suo aiuto arriva un misterioso americano, il mefistofelico Jack Knife (un ingrassato ma gigione Russell Crowe) che, nomen omen, predilige i combattimenti con il coltello e lo aiuta a forgiare una delle sue armi più potenti, appunto i micidiali pugni di ferro, per vendicarsi e mettere fine al terrore nel proprio villaggio.

 

Kung-fu I love you

La foltissima gamma di personaggi e di arti marziali darà soddisfazione ai palati più esigenti, ma è anche uno dei punti più deboli del film dal punto di vista narrativo, dato che si affastellano velocemente presentazioni su presentazioni, soprattutto nella prima parte, cercando di dare una parvenza di continuità attraverso l’uso goffo della voce off del protagonista. Probabilmente il primo cut dell’opera, che secondo i rumors si aggirava sulle quattro ore, scendeva maggiormente nel dettaglio, oltre che nello splatter, ma le esigenze commerciali hanno avuto la meglio e nel tentativo di mantenere tutto insieme si è compressa e compromessa tutta la struttura della storia, lasciando assaggiare solo a spizzichi e bocconi gli approfondimenti sui singoli clan e sulle loro tecniche di combattimento. L’ambizione di RZA è visibilmente superiore al tempo ristretto che gli viene concesso e si spera che venga ripagata con qualche director’s cut in home video. Superata questa fase, comunque, arrivano finalmente con un ritmo sostenuto battaglie cruente, cazzotti e voli incongruenti con la legge di gravità, coreografati dall’affidabilità del maestro Corey Yuen, nonché anche tanta fantascienza, con il già granitico wrestler Dave Bautista che veste letteralmente una corazza di ottone che si attiva solo durante i combattimenti. Non mancano partecipazioni che strizzano l’occhio ai fan dei film di arti marziali, come Gordon Liu, Chen Kuan-tai e Bryan Leung, nonché a quelli dell’universo tarantiniano, dove i volti di Pam Grier e di Eli Roth sono sempre benvenuti.

 

La colonna sonora

Il motivo principale per cui i primi progetti cinematografici di RZA non sono andati in porto con le major era l’assoluto controllo sull’opera che l’autore pretendeva di mantenere. Potere che in qualche modo ha ottenuto con questa sua prima fatica uscita in sala, dove con sceneggiatura e regia firma l’efficace colonna sonora, con un mix di canzoni hip hop e sonorità degli Shaw movies rielaborate al gusto moderno. Una chicca è la presenza del brano cantato da Sally Yeah nel capolavoro di John Woo The Killer.