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Kuso

2017
Titolo Originale:
Kuso
REGIA:
Flying Lotus
CAST:
George Clinton (Doctor Clinton)
David Firth (Royal)
Arden Banks (Desmond)

Il nostro giudizio

Kuso è un film del 2017 diretto da Flying Lotus

Alla base del lungometraggio c’è il sentimento di disgusto e negazione dell’uomo sottocutaneo. Quel ribrezzo insopportabile verso ciò che si trova sotto la nostra pelle: sangue, interiora, saliva, sperma, feci, cerume, insomma tutti quei liquidi corporei con cui fatichiamo a familiarizzare, gli stessi che in Kuso vengono proposti tutti insieme ad ettolitri, una slavina di fluide schifezze appiccicose che investono lo spettatore. Esordio alla regia di Flying Lotus, un artista rap-sperimentale pronipote di Alice e John Coltrane, già conosciuto dal pubblico per i suoi videoclip weird-psichedelici realizzati assieme all’amico David Firth (il cranio malato che ha dato vita a Salad Fingers per intenderci), co-sceneggiatore di Kuso, insieme a Lotus. Non esiste una vera e propria trama, la narrazione segue più storie in sequenza, con per protagonisti i superstiti di un catastrofico terremoto che ha stravolto la città di Los Angeles, gettandola in un’atmosfera post nucleare ricolma di grottesche mutazioni e virus raccapriccianti.

Kuso

Una coppia che gioca a letto leccandosi il pus esploso dalle bolle che infestano il loro corpo, una ragazza dagli occhi vitrei fuma il feto appena abortito insieme ai suoi amici intergalattici (degli enormi peluches con al posto della faccia uno schermo), un bambino deforme intento a nutrire con la propria cacca una strana creatura del bosco  dall’aspetto di ano gigante. Kuso ci offre queste e molte altre immagini rivoltanti; tra gli interpreti troviamo lo stesso David Firth, ma anche il musicista funk George Clinton, nel ruolo di Dr. Clinton: un medico che vuole guarire le paure degli uomini occidentali (un suo paziente ha paura delle tette…) defecandogli addosso un insettone gigantesco. Il tutto intervallato da sequenze animate altrettanto malate o strambe pubblicità di linee telefoniche per fare sesso fetish con un parassita gigante arrivato dallo spazio. Si percepisce un accennato sottotesto di critica sociale un po’ pretenzioso, quello, forse, di voler toccare le corde più profonde della società attraverso le viscere più in accettate.

Kuso

Il disgusto di Kuso è pornografico, ma a lungo andare stufa perché appare come un collage di schifezze che fatica a stare in piedi, apprezzabile più per le singole sequenze che nel suo insieme; l’impressione è quella di aver davanti un videoclip dopo l’altro dei Die Antwoord o di Aphex Twin, che per l’appunto è tra gli autori della colonna sonora. Inizialmente la visione è divertente e curiosa, con picchi di toni weird decisamente apprezzabili, dopo mezz’ora inizia a diventare chiaro come quest’accozzaglia sia un’insalata di bruttezze un po’ fine a se stessa, difficile da digerire più per la forma che per i contenuti. C’è da dire che ne vale la pena perché vedere sul grande schermo un parassita, cresciuto sul collo di una donna, fare sesso orale al suo partner con tanto di super eiaculazione, è un’occasione più unica che rara. Non è un caso che alla sua anteprima, in occasione del Sundance 2017, gran parte degli spettatori sia fuggita dalla sala. D’altra parte, Kuso in giapponese significa merda, ma non sempre la merda è d’artista … A volte si tratta semplicemente di una cagata pazzesca.