Featured Image

Krampus

2015
REGIA:
Michael Dougherty
CAST:
Adam Scott (Tom Engel)
Toni Collette (Sarah Engel)
Emjay Anthony (Max Engel)

Il nostro giudizio

Krampus è un film del 2015 diretto da Michael Dougherty.

Capita, crescendo, che dentro di noi vengano meno certe credenze e la speranza si affievolisca sempre più. Se questo però succede in concomitanza del Natale sono guai, perché il Krampus osserva tutti ed è pronto a punire chiunque perda lo spirito delle feste. Attingendo dalla mitologia germanica, Michael Dougherty dà vita a Krampus, una commedia-horror cattiva e allo stesso tempo scanzonata e divertente, lontana dal solito buonismo che sappiamo essere ingrediente fondamentale dei film natalizi. Max è un bambino che crede ancora in Santa Claus e tiene vivo dentro di sé il desiderio che la sua famiglia possa ritrovare la serenità perduta, propositi che si dissolvono quando i parenti, dai modi di fare alquanto molesti e arroganti, irrompono in casa per festeggiare. Uno screzio tra cugini convince Max a rinunciare al Natale, a non credere più nella magia delle feste e involontariamente invoca il Krampus, un essere demoniaco il cui compito è dare una lezione a chiunque dimentichi il significato della festa. Il bambino si accorge troppo tardi d’essere la causa del trambusto provocato in casa da giocattoli animati, strane e inquietanti creature mascherate e omini di pan di zenzero trasformati in agguerriti assassini.

Questi sono solo diversivi, perché il Krampus attende soltanto il momento buono per colpire Max e la sua famiglia una volta per tutte. “Natale non è sempre Natale” recita la tagline del film, quindi tutto ci si può aspettare tranne che sia un film natalizio dove la festa per eccellenza assume i connotati soliti di felicità e spensieratezza. Krampus, però, va oltre, impregnando la storia di una cattiveria pungente che fa vittime anche tra i più piccoli, di solito gli “intoccabili”. Il film di Dougherty unisce felicemente l’horror con la tradizione popolare utilizzando il Krampus per veicolare non solo un messaggio di solidarietà e fratellanza, ma anche per denunciare la strumentalizzazione che si fa della festa sia a livello sociale (esemplare la scena iniziale, critica al consumismo ossessivo-compulsivo) che all’interno del nucleo familiare. Max lamenta un malessere comprensibile ovvero passare le feste in compagnia di parenti serpenti (alla Monicelli) quasi fosse un diktat. E’ qui che interviene la creatura, quell’essere demoniaco associabile ad un giustiziere della notte dalle nobili intenzioni.

Rappresentato con corna e zoccoli, è un vero e proprio diavolo e il perfetto mix tra effetti speciali e artigianato rispetta l’immagine del Krampus così come viene omaggiato nelle zone di lingua tedesca europee, compreso parte del nord-est italiano. La scelta di inserire l’elemento comedy fa da contraltare all’atmosfera horror decisamente preponderante e stempera con la giusta leggerezza i momenti d’inquietudine dati non solo dalla storia in sé, ma anche dal contorno scenografico. Se ne fa portavoce l’intero cast, tra cui spicca una sempreverde Toni Collette che con Adam Scott forma un perfetto duo, restituendo una performance efficace e mai sopra le righe. Krampus altro non è che una fiaba di Natale con una morale semplice da carpire, eppure spesso dimenticata. Max è l’emblema del sognatore disilluso, ma che messo alle strette riflette su quanto sia importante avere una famiglia accanto a sé, per quanto disfunzionale sia e quanto, per il futuro, è importante conservare sempre la speranza. L’ambiguità del finale lascia all’interpretazione dello spettatore la vicenda appena accaduta, consapevole da oggi in poi d’avere un promemoria qualora il suo credo dovesse vacillare.