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Jurassic World – Il regno distrutto

2018
Titolo Originale:
Jurassic World: Fallen Kingdom
REGIA:
J.A. Bayona
CAST:
Chris Pratt (Owen Grady)
Bryce Dallas Howard (Claire Dearing)
Rafe Spall (Eli Mills)

Il nostro giudizio

Jurassic World – Il regno distrutto è un film del 2018, diretto da  Juan Antonio Bayona.

Dopo gli eventi del primo Jurassic World, Isla Nubar è rimasta per tre anni casa contaminata per i dinosauri. In Jurassic World – Il regno distrutto, però,  il vulcano dell’isola ha ripreso la sua attività e ogni forma di vita giurassica è in pericolo. L’acceso dibattito se sia giusto salvare o no una razza che la storia aveva già spazzato via dal pianeta imperversa tra le strade e si avvale anche di una testimonianza d’eccellenza, quella del superstite Ian Malcolm (Jeff Goldblum) che si pone come narratore indiretto di questa storia. La potenza genetica è stata liberata, c’è chi si offre volontario per salvare la vita di quegli animali, ingaggiando nuovamente l’esperto addestratore Owen (Chris Pratt) e l’ex direttrice del parco Claire (Bryce Dallas Howard) che sembra non dormano più nel letto assieme. Ma il tradimento è dietro l’angolo e la destinazione degli animali salvati è il mercato nero di ricchi facoltosi e viziati, mentre in un angolo oscuro del pianeta, qualcuno continua a creare ibridi sempre più pericolosi.

Jurassic World è stato senza ombra di dubbio uno dei casi cinematografici del 2015: accolto anticipatamente come flop, riuscì a imporsi nel boxoffice mondiale con una cifra attorno i 1,6 miliardi di dollari, a dimostrazione che, nonostante una sceneggiatura povera, il pubblico si recava il sala per vedere e godere dei grossi dinosauri che il cinema è riuscito a creare con Jurassic Park di Spielberg nel 1993. Si palesa quindi l’intenzione di creare unan uova trilogia e relativo merchandising per le nuove generazioni di spettatori., con un sequel già annunciato per giugno 2021, alla regia troviamo Juan Antonio Bayona, che già con il suo recente lavoro, Sette minuti dopo la mezzanotte, aveva dimostrato di avere un grande talento nel narrare storie dal forte impatto emotivo. Qui Bayona conferma questa abilità e riesce anche in qualcosa di più, restituendo al film una piccola venatura horror, utilissima sia nella dinamicità della storia – che rimane pur sempre uno degli elementi su cui bisogna sorvolare non una, ma più volte – che nella resa di un terrore primordiale verso queste creature, quella tensione e paura che davvero non si provava più dal primissimo capitolo del 1993.

L’ingegneria genetica prosegue la sua strada come la vita. Al netto del grande valore di intrattenimento del film, come il predecessore, sotto la scorza si insinua qualche piccolo valore su cui far reggere tutto il racconto. Le creature, riportate in vita dall’uomo, ora hanno bisogno di essere protette, curate e forse salvaguardate. Il regno distrutto sottoscrive questo portando all’attenzione la diretta responsabilità che l’essere umano ha verso questi animali: sono creature di inestimabile valore, però abbandonarli è eticamente sbagliato, perché in questo quadro di creazione, i “genitori” di questi dinosauri sono proprio gli uomini. Jurassic World – Il regno distrutto, quindi, continua questa storia di scontro tra specie, iniziato con il primo capitolo e arricchito di altri elementi in questo secondo, cercando di usare i dinosauri per fare metafore di ampie vedute, questo grazie ad un twist piuttosto fuori luogo che avviene a metà del film, ma che si inserisce perfettamente con l’idea della paura delle potenzialità della forza genetica.La vita vince sempre, diceva Malcolm, e sembra che anche questo sequel abbia trovato la giusta strada per ampliare un discorso, mascherato da mero film d’avventura, che culminerà con il prossimo terzo capitolo.