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Ju – On: Origins

2020
REGIA:
Sho Miyake
CAST:
YosiYosi Arakawa (Yasuo Odajima)
Yuina Kuroshima (Haruka Honjo)
Ririka (Kiyomi)

Il nostro giudizio

Ju-On – Origins è una serie televisiva prodotta da Netflix e diretta da Sho Miyake nel 2020.

Ju-On – Origins, la serie televisiva prodotta da Netflix, è divisa in sei puntate della durata di 30 minuti l’una e riprende la saga Ju-On/The Grudge di Takashi Shimizu, cercando di mettere in scena i fatti reali che avrebbero ispirato i celebri film di cui sopra. Ne avevamo bisogno? Probabilmente no, ma per gli amanti irriducibili della saga (e ce ne sono, devono esserci!) qualche spunto potrebbe offrirlo. A chi non si è ancora ripreso dalla vagonata di nippo-fantasmi con i capelli in faccia del 2000-2004, invece consigliamo di soprassedere. Gli eventi narrati coprono un periodo di tempo che va dal 1988 al 1997 e seguono le vicende di vari personaggi minori, tutti collegati alle influenze nefaste di una dimora maledetta. L’impressione è che, nel tentativo di rintracciare le origini di una fonte maligna, la serie finisca per sprofondare solo in altre storielle orride che riconducono ad altre storielle orride, fino alla notte nerissima dei tempi in cui qualche Pietro delle tenebre pose la prima pietra dopo averci spaccato la testa a un bambino innocente.

Ju-On – Origins si discosta dai film di Shimizu pestando duro su sangue e interiora e concentrandosi più sulla malvagità dei vivi che quella dei morti striscianti in soffitta. Vivi che muoiono in modo terribile e crudele ma che finiscono per confondersi agli occhi dello spettatore occidentale, già poco avvantaggiato a livello fisiognomico e ancor meno aiutato da caratterizzazioni blande per non dire nulle. A peggiorare le cose c’è la scelta di giocare la partita senza i due centravanti Toshio e Kayako, il cui potenziale iconografico è imprescindibile. Non ci si annoia troppo, questo è vero, in generale si riscontra un’atmosfera opprimente e minacciosa che però non esplode mai in nulla di decisivo. Non era facile resuscitare una delle saghe più sfruttate del cinema horror giapponese, e Ju-On Origins tenta di farlo con buona volontà. Purtroppo le puntate si succedono, una via l’altra e restiamo con l’impressione che non vi sia nulla che non potessimo immaginare da soli, senza il disturbo che qualcuno ce lo mostrasse.

Suggestiva la cornice storica di fatti cruenti e disastrosi che fanno capolino tra uno stupro di gruppo e un feto eviscerato da un uomo in preda a convulsioni venefiche. Mentre i demoni dell’immobiliare pasteggiano con le anime dei prescelti più sfigati, terremoti nucleari e attentati terroristici col gas nervino rendono il mondo alle soglie del nuovo millennio, sempre più folle e malato. Sembra che il regista Sho Miyake abbia voluto creare una sorta di mosaico tra realtà e fantasia, un ponte che potesse aggiungere malvagità alla modesta abitazione infestata a colpi dell’irruenta crudeltà berciata dai TG. Peccato che questo ping-pong tra micro e macro-orrore finisca per rendere le storielle di Ju-On Origins ancora più legnose e innocue di quello che sono.