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Jaula

2022
Titolo Originale:
Jaula
REGIA:
Ignacio Tatay
CAST:
Elena Anaya; Pablo Molinero; Eva Tennear; Eva Llorach; Carlos Santos; Esther Acebo; Eloy Azorín;

Il nostro giudizio

Jaula è un film del 2022 diretto da Ignacio Tatay.

Paula (Elena Anaya) e Simon (Pablo Molinero), moglie e marito in crisi perché Paula non riesce ad avere figli, mentre fanno ritorno a casa scorgono una bambina (Eva Tennear) in mezzo a una carreggiata. La coppia porta la bambina in ospedale; la piccola non parla e ha problemi di salute piuttosto gravi. Dopo alcuni progressi, la coppia accetta un affidamento temporaneo della bambina. Clara, così come viene chiamata in ospedale, per sentirsi a proprio agio può spostarsi solo in aree circoscritte, un perimetro tracciato con il gesso, dove la bambina può muoversi in sicurezza. Nonostante l’affetto della coppia, Clara inizierà a comportarsi in modo strano e violento, trovando solo in Paula conforto e amore. Prodotto da Álex de la Iglesia e interpretato con partecipazione e pathos da Elena Anaya (già vista nel magistrale La pelle che abito di Almodóvar) il thriller, opera prima  del regista madrileno Ignacio Tatay, sbarcato da poco nel catalogo di Netflix, è un film morboso e inquietante, che almeno nella prima parte si ammanta di sfumature mistery e horror, per poi addentrarsi in orrori ben più tangibili.

Ignacio Tatay mostra di saperci fare, e conferma quanto aveva già lasciato intravedere nei suoi cortometraggi, essendo in grado di manipolare una storia di “mostri” e depistando lo spettatore soprattutto nella seconda parte del film, con un twist narrativo che seppure ispirato da soluzioni già rodate, fa comunque il suo effetto. I mostri di Clara si confermano molto più tangibili e vicini di quelli che inizialmente siamo portati a credere. Il boogeyman che tormenta la bambina prende ispirazione da fatti di cronaca nemmeno molto lontani, mostri che appartengono alla nostra quotidianità, affamati e crudeli. Mostri, quindi, che si nutrono di bambini, tra le mura domestiche, la vera Jaula alla quale fa riferimento Tatay. La gabbia di Clara è la stessa gabbia domestica nella quale molti bambini vengono seviziati e uccisi. Piccoli animali indifesi in trappola, vittime di uomini crudeli e assassini.

Tatay parte dall’horror soprannaturale (The Orphanage, The Babadook) per trascinarci poi di forza nell’orrore tangibile delle storie di Elisabeth Fritzl e Natascha Kampusch, due storie molto simili di sottomissioni e abusi, che ha toccato, soprattutto nel caso della Fritzl, l’apice dell’orrore, una prigionia per mano del padre aguzzino Josef Fritzl durata ben 24 anni – dal 1984 al 2008 – con abusi ripetuti da cui sono nati sette figli. Quello di Tatay è un orrore domestico ben strutturato, che dosa sapientemente tensione e orrore, ambiguità e mistero, grazie all’intensa interpretazione della Anaya e della piccola Tennear, rivelandosi un thriller teso e disturbante, che riporta alla memoria alcune storie di cronaca tra le più angosciose e crudeli: storie di infanzie deturpate, impossibili da cancellare.