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Into the woods

2014
Titolo Originale:
Into the woods
REGIA:
Rob Marshall
CAST:
Meryl Streep (La strega)
Emily Blunt (La moglie del fornaio)
James Corden (Il fornaio)

Il nostro giudizio

Into the Woods è un film del 2015, diretto da Rob Marshall.

C’era una volta, in un regno lontano lontano, Rob Marshall, un regista che era riuscito a far recitare bene anche Catherine Zeta Jones. Nello stesso reame incantato, vivevano anche James Lapine e Stephen Sondheim, che nel 1987 scrissero e misero in note Into the Woods, musical/mixer di Cenerentola, Raperonzolo, Cappuccetto rosso e Jack & il fagiolo magico. E per ultimo, sempre nel regno lontano lontano ma nei quartieri dell’intellighenzia, abitava Bruno Bettelheim, psicanalista austriaco che teorizzava l’importanza delle fiabe per lo sviluppo psichico dei bambini. L’appuntamento per tutti è nel bosco: il luogo primigenio di tutte le favole e anche luogo prediletto del cinema dell’orrore (anche) metafisico, percorso ideale per un viaggio iniziatico, spazio sacro dominato da forze irrazionali, stato di passaggio da uno stato di incoscienza ad uno di più profonda consapevolezza.

All’ombra (oscura) dei suoi alberi, Marshall ambienta il suo nuovo film Into the Woods, storia di rivisitazione in chiave moderna di alcune fra le più celebri fiabe dei Grimm, ma fortemente debitore del volume di Bettelheim Il Mondo Incantato: ci sono infatti un panettiere e sua moglie – rispettivamente, James Corden ed Emily Blunt – contro la strega cattiva (Meryl Streep, manco a dirlo strepitosa) capricciosa e senza bellezza, e fra di loro i personaggi delle fiabe. Strutturato come un musical, scandito dalle note del libretto di Lapine e Sondheim, il film è una vivace, intelligente, sferzante allegoria della vita e della morte, delle attese deluse e compiute, delle nobiltà e dei cinismi, delle meschinità e dei sacrifici, ed ogni principio disegnato sulle maschere delle principesse, dei principi, delle sguattere, dei fornai e dei contadini. Ognuno teso, a suo modo, a rincorrere il proprio tesoro, il proprio orizzonte, con ogni mezzo lecito e non, fino a che l’oscurità piomberà -letteralmente- su di loro.

E nonostante Johnny Depp vesta i panni di un personaggio che probabilmente qualche anno fa avrebbe reso indelebile, e oggi risulta solo sonnecchioso- imperfetto e sbilanciato, Into the Woods trova proprio in questi profondi contrasti la sua screziata bellezza, tramutandosi lentamente e forse inconsapevolmente in un oggetto altro, inquieto: da amori cinguettanti a torbidi adulteri, da coppie felici a figli abbandonati, il film sfugge alla trappola diffusa di psicanalizzare le favole e mantiene intatto il nucleo della storia originale, confrontando i personaggi delle fiabe con il principio di realtà, innestando su di essi un racconto iniziatico e portando il pubblico sulla via per uscire dalla selva oscura che ci ha tutti smarriti.