Featured Image

Interferenze

2018
Titolo Originale:
UFO
REGIA:
Ryan Eslinger
CAST:
Alex Sharp (Derek)
Gillian Anderson (Prof. Hendricks)
Ella Purnell (Natalie)

Il nostro giudizio

Interferenze è un film del 2018, diretto da Ryan Eslinger

Non siamo soli, semmai troppo distanti.

Se esiste un unico linguaggio in grado di mettere d’accordo tutti, a prescindere da qualsiasi divergenza etnica, politica o religiosa, allora il linguaggio in questione non può che essere quello della matematica. C’è chi è convinto che solamente attraverso l’impiego di numeri, calcoli, probabilità, saremo in grado di contattare, prima o poi, le intelligenze extraterrestri che si presume esistano da qualche parte in un universo che, ricordiamolo, pullula di miliardi di stelle e di pianeti (di questi ultimi nel 2017 il telescopio spaziale Kepler ne aveva scoperti altri 219, di cui 10 in fascia abitabile e molto simili alla Terra). Finora, per quanto ne sappiamo, non ci siamo ancora riusciti. Il famoso messaggio di Arecibo ideato da Frank Drake, che lanciammo nello spazio il 16 novembre del 1974, dovrà impiegarci ancora qualche decina di migliaia di anni ad arrivare alla destinazione sperata, ovvero l’ammasso globulare di Ercole M13 (se ne dovranno passare parecchie di reincarnazioni, insomma, per poter vedere gli eventuali risultati). A meno che, come ci ricorda il trentasettenne filmmaker americano Ryan Eslinger nell’incipit di questo suo interessante lavoro, Interferenze, non siano “loro” a venire da noi.

Il grande Edgar Mitchell, sesto uomo ad aver camminato sul suolo lunare, in un’intervista asseriva con fermezza che «Sì, abbiamo ricevuto senza dubbio visite da parte di extraterrestri». Stando nello spazio, Mitchell ebbe modo di maturare un qualcosa di molto simile a un’esperienza Samadhi. «Nello spazio sviluppi una coscienza globale immediata, un sentimento verso gli individui, un’intensa insoddisfazione verso la situazione del mondo e una compulsione a voler fare qualcosa al riguardo. Da qui fuori sulla Luna, i politici internazionali sembrano così insignificanti. Ti verrebbe voglia di prenderne uno per la nuca, trascinarlo fuori a un quarto di milioni di miglia dalla Terra e poi dirgli, ‘Guarda questo, figlio di puttana!’». Eslinger non sarà mai importante quanto Edgar Mitchell, ma la sua missione cinematografica di rilettura del discorso ufologico è andata in porto con l’impiego di pochi mezzi e senza nessun ricorso a tecnicismi di sorta. Sorvolando sul banalissimo titolo (per non parlare del sottotitolo aggiunto dai luminari italiani), Interferenze è tutto fuorchè un’operazione banale. Non siamo di fronte a un capolavoro, sia chiaro, né davanti a un Incontri Ravvicinati… degli anni 2010 o a un Arrival, anche perché qui di alieni dalla fisionomia improponibile non se ne vedono neanche di striscio. E per fortuna. Un filmetto ben realizzato, con una trama non originale ma comunque lineare, ispirata a un fatto risalente al novembre 2006, un discusso avvistamento (ah già, scusate: “presunto” avvistamento) di un oggetto metallico che fu visto stazionare brevemente sopra all’aeroporto O’Hare di Chicago e che poi si sarebbe dileguato a una velocità indicibile aprendo un varco tra le nuvole.

A differenza di questa storia, però, l’oggetto che appare nel film cerca di comunicare coi terrestri inviando loro un segnale acustico all’interno del quale vi è celato un messaggio binario cifrato dotato di una peculiarità tridimensionale. A mettersi sulle tracce della verità sarà lo studente prodigio Derek, stuzzicato dal fatto che la stampa e i telegiornali abbiano palesemente mentito sulle dinamiche dell’avvistamento. Eslinger lascia inoltre intendere di sostenere una più generica tesi dell’insabbiamento ufologico da parte delle autorità, com’è evidente dalla scena in cui l’antipaticissimo agente dell’FBI fa distruggere una testimonianza video relata a un caso da lui monitorato, in cui una ragazzina fa riferimento a un velivolo che emette uno strano suono, simile a quello di un flauto (citazione lampante del caso della Ariel School, settembre 1994). Ha inoltre creato del chiacchiericcio la presenza nel cast di Gillian Anderson, la quale si è detta satura di X-Files. La bella milf americana naturalizzata britannica (e chi se la scorda in Hannibal), ormai prossima ad abbracciare il cougaresimo, interpreta stancamente il ruolo di un’accademica che se all’inizio osteggia il genio matematico del giovane protagonista, in seguito finisce per cambiare idea una volta appurato che il giovane Derek ha per le mani una verità sconcertante, qualcosa che potrebbe cambiare realmente il corso della storia. Interferenze farà gola agli amanti del suo genere di riferimento, ma in particolare potrebbe saper stimolare l’attenzione di coloro che guardano all’argomento ufologico con un certo scetticismo, chi per puro bigottismo, chi per il timore recondito di porsi qualche domanda in più rispetto al senso di ciò che ci attornia.