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Infinity Pool

2023
REGIA:
Brandon Cronenberg
CAST:
Alexander Skarsgård (James Foster)
Mia Goth (Gabi Bauer)
Cleopatra Coleman (Em Foster)

Il nostro giudizio

Infinity Pool è un film del 2023 diretto da Brandon Cronenberg.

Lo scrittore in crisi creativa James Foster (Alexander Skarsgård) e sua moglie Em (Cleopatra Coleman) si recano in vacanza in un resort dell’immaginaria isola di La Tolqa. Sull’isola fanno amicizia con Gabi Bauer (Mia Goth) e suo marito Alban (Jalil Lespert), più smaliziati degli altri due, che convincono la coppia a fare un giro fuori dai confini del lussuosissimo resort, un mondo in cui convivono violenza e orrore, l’ideale insomma per ricchi curiosi. Al ritorno, tutti ubriachi, James decide di mettersi alla guida dell’auto di Alban e investe un abitante del luogo. Dopo essersi lasciato convincere da Gabi a fuggire, il giorno dopo viene arrestato insieme alla moglie. La polizia però offre a James una via d’uscita: in cambio di una cauzione, lo cloneranno e gli permetteranno di assistere all’esecuzione del suo doppelgänger, praticata dal fratello minore della vittima. Un rito piuttosto usuale per chi può permetterselo, che si presenta presto come un’alternativa alla purificazione dal male e dal dolore.

Al suo terzo film, dopo Antiviral (2012) e il successo di critica dell’ottimo Possessor (2020), lavoro che ha permesso a Brandon Cronenberg – figlio di David – di dare vita alle sue ossessioni, Cronenberg Jr torna con un film ossessivo e allo stesso tempo liberatorio, in cui lo stile viene prima di tutto. Anche in questo nuovo film, torna il tema portante dell’identità e allo stesso tempo della spersonalizzazione dell’essere umano, dove sesso e violenza si pongono come elementi imprescindibili per spogliarsi delle convenzioni e dell’ordinario. Gli spunti ballardiani attorno ai quali si sviluppa il film, ovvero la disamina sulla natura umana e in particolare sulla disparità tra gerarchie sociali, danno vita a un fanta-horror carnale e viscerale, dove trovano spazio perversione e barbarie (tanto che il film si è preso un NC17 per violenza grafica e contenuti sessuali). Cronenberg sembra riflettere maggiormente sull’identità e sulla morte, sulla crudeltà umana e sulla spersonalizzazione dell’uomo, ma non sempre convince e sembra quasi di assistere più a un grand guignol estetizzante che a una vera e propria anatomia dei personaggi. Skarsgard e la Goth sono perfetti nelle loro parti, soprattutto la Goth, in grado di incarnare tutte le sfumature e le contraddizioni della femminilità.

In Infinity Pool siamo costretti a fare i conti con i suoi personaggi sgradevoli – o nel caso di James, quasi patetici – veniamo risucchiati in un vortice vizioso, surreale e lisergico, in cui ci ritroviamo a riflettere sull’importanza del privilegio e sulla perdita dei valori nell’epoca della digitalizzazione e di un nuovo edonismo social(e). Qualcosa nel film, all’apice di un’orgia nichilistica e disturbante, sembra evocare lo Yuzna di Society (1989) e a tratti persino le torture di Abu Ghraib del 2003 per mano dell’esercito americano. Cronenberg Jr, rispetto a Cronenberg padre, sembra quasi più attratto dalle sfumature e dalle contraddizioni che attanagliano la mente umana, prima ancora delle metamorfosi causate dall’involuzione ipertecnologica. Rimane fedele a una propria ricerca creativa e personale, dove l’autorialità però spesso sacrifica una costruzione più organica del racconto.