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Infamous

2020
REGIA:
Joshua Caldwell
CAST:
Bella Thorne (Arielle Summers)
Jake Manley (Dean Taylor)
Amber Riley (Elle)

Il nostro giudizio

Infamous è un film del 2020, diretto da Joshua Caldwell.

Lo smartphone ormai è una protesi, un occhio/filtro che trasforma la realtà in un grande spettacolo da catturare e condividere. Il bisogno di realizzazione all’interno di questo cubo di pixel, quando la vita fuori è grassa, maleodorante e ci fa lascive proposte sessuali, diventa quasi una scelta obbligata. Arielle (Bella Thorne) crede nel destino ed è certa di essere nata per diventare famosa. Non sa come e quando, ma è sicura che, nonostante i suoi followers siano 45 e i likes sotto le sue foto in tenuta ginnica non più di 16, sente di essere prossima a un’esplosione di popolarità in grado di elevarla sopra il tappeto di capocce frollate dalla social-life e di avere così una vita più pura e intensa. Niente lotta al velo di maya, niente minchiate hippie come ai tempi in cui nonna Sally confidava nelle stelle e finiva nelle grinfie di Faccia di pelle. Lei vuole una vita in cui l’apparenza e la sostanza si fondano in un ologramma di condivisione e desiderio virale; magari se necessario trasformandosi lei in Faccia di pelle, ma più carina. Infamous ci dice che in questa società non c’è più un mondo famoso e un mondo infame. Le due cose si combinano.

Nel proprio piccolo tutti possono assaggiare la popolarità e dopo averla sentita una volta, sviluppare una dipendenza vampirica che ci unisca al collettivo zannuto succhia media nella rete. Arielle la prova picchiando una ragazza a una festa. Invece di intervenire a dividerle, i presenti, come registi da free cinema, incoraggiano la zuffa e girano un video che diventa top. Tra i commenti si sprecano gli elogi. La percezione di un’azione di cui anticamente nonna Sally si sarebbe vergognata, per Arielle, grazie alle condivisioni furiose e gli hashtag di stima, si trasforma in qualcosa di cui andar fieri perché aumenta i followers. La direzione è quella, però non ce la fa da sola a percorrerla fino in fondo. Le ci vuole un comprimario, un ragazzo con precedenti penali ma molto dolce e fotogenico: Dean (Jake Maley), lui è il viatico ideale per mandare a puttane un mondo schifoso e costruirne uno davvero fico e ricco di likes, dove non conta più per cosa diventi famoso, ma se ci riesci e ti ci mantieni. Che sia per una gang bang con la squadra di football o per aver salvato un cagnolino dalle ruote di un camion, non importa. La morale dipende dai click. E secondo Arielle, diventare famosi eleva al di sopra di qualsiasi morale. Bonnie & Clyde o Starkweather & Fugate sono i prototipi “reali” della giovane coppia di sbandati che finisce per essere idolatrata dai teenagers.

Ciclicamente il cinema torna a infilare questa storia nel sedere della coscienza sociale, riattualizzando la temperatura come se ogni rifacimento sia un termometro culturale ineccepibile. A volte si girano versioni dagli intenti progressisti e poetici (i violenti losers senza direzione del New Cinema Americano 60/70) e più in genere reazionari (i serial killers di Oliver Stone, Tamara Davis e Jim Shepperd negli anni 90). Con Infamous Caldwell non fa che attualizzare il modello alla Millennial generation, fottuta dalla virtualità digitale. Quali sono le differenze se Bonnie/Clyde o i Nox fossero adolescenti oggi? Anziché bearsi dell’interesse della stampa cartacea (o della Real TV degli anni 90) e prender gusto a una vita di fama, oggi la coppia criminale in fuga comprerebbe armi on line, filmerebbe con il cellulare le proprie rapine e le metterebbe su un profilo Facebook apposito. Alla dipendenza da adrenalina e sesso post-criminale, subentra quindi un bisogno di condividere e sentirsi amati da una moltitudine indifferenziata. Il godimento non è più il sesso o la libertà, ma pubblicizzare una vita al massimo. La tiritera del bisogno giovanile di scappare in Messico dopo aver messo le mani su un bel malloppo non è più così attraente, se da quella parti non c’è il wi-fi e se si devono addirittura far perdere le tracce e tornare anonimi.