Featured Image

Incroci sentimentali

2022
Titolo Originale:
Avec amour et acharnement
REGIA:
Claire Denis
CAST:
Juliette Binoche (Sara)
Vincent Lindon (Jean)
Grégoire Colin (François)

Il nostro giudizio

Incroci sentimentali è un film del 2022, diretto da Claire Denis.

Sarah e Jean sembrano una coppia perfetta intorno ai sessanta: vivono insieme da anni, si amano e se lo ripetono spesso. C’è un non detto nel passato di Jean che è stato in galera, e in quello di Sarah che ricorda una figlia scomparsa, ma tutto suona superato. Il loro idillio è quasi edenico, come attesta l’incipit marino, liquido e dunque seminale, in cui i due si toccano amabilmente tenendosi per mano anche nell’acqua. Eppure c’è sempre un’ombra sulla perfezione, un verme nella mela: d’altronde l’ultimo film di Claire Denis, in italiano Incroci sentimentali, in francese si chiama Avec amour et acharnement, ovvero “con amore e determinazione”, che forse va inteso proprio come accanimento, nel senso più implacabile della parola. E intrigante è anche il titolo internazionale: Both Sides of the Blade, tutti e due i lati della lama. Per Sarah l’altro lato è François, suo ex amante, un vecchio amore che lei ha lasciato proprio per Jean. Quando la donna lo rivede all’improvviso per strada riscoppia una passione viscerale, lacerante.

“Trovai Amore in mezzo de la via”, era l’inizio Vita Nova, quando Dante incontra Beatrice. Il personaggio di Juliette Binoche lo rende letterale: mentre cammina, di fatto, ritrova l’antico amante e il contatto visivo è spietato, ormai l’ha visto e non potrà farne a mano. Se ci mettiamo anche che Jean e François, già vecchi amici, tornano a frequentarsi e fare affari insieme, il gioco è fatto. È un thriller sentimentale, quello inscenato da Claire Denis, come lo sarà il successivo Stars at Noon ambientato in Nicaragua. La regista francese adatta il romanzo Un tournant de la vie di Christine Angot che co-sceneggia e affida la partita a due giganti. Uno è Vincent Lindon e l’altra è l’attrice prediletta Juliette Binoche: la quale a 58 anni regala delle straordinarie sequenze di nudo che i più vedranno banalmente come “un elogio del corpo”, invece sono esattamente funzionali al personaggio che interpreta. Perché il thriller non si sviluppa tra spari e coltelli, anche se a un certo punto appare una pistola, ma si dispiega a livello intimo e psicologico per poi sfogarsi sulla superficie dei corpi. Da una parte c’è il dubbio teorico: Sarah ha davvero baciato François sulla bocca? Lei e Jean si scannano per questo. Dall’altra c’è il calore della pelle. La donna matura infatti si accende, davanti al triangolo che innesca, si spoglia e vuole fare sesso (vedi la scena dell’anale), viene presa nel turbine di un’attrazione irresistibile. Proprio la Binoche frequentava la stanza della masturbazione nel precedente High Life, uno sci-fi che metteva in pratica l’ipotesi di riproduzione non umana, di parto senza contatto. Ma qui il punto è un altro.

Dalle prime immagini il film cala il racconto nella stretta attualità. I personaggi girano con le mascherine anti-Covid, com’è giusto che sia, e allargano lo sguardo verso la situazione globale: in virtù del lavoro radiofonico di Sarah si parla di grandi sistemi, come i conflitti internazionali e il movimento black, raccontato dall’ex calciatore Thuram. Si getta insomma una sonda radiografica sul mondo di oggi. Al lato opposto, della lama naturalmente, c’è però una forza atavica che si muove sotto copertura: Amore. Ciò che per molte culture antiche era una divinità, prendeva nome e forma di un dio e interveniva per sconvolgere le vite degli uomini, illuminandole ma anche dannandole. Nel tessuto razionalistico del nostro tempo è questa forza che colpisce, riportando al primitivo e all’irrazionale. In tal senso vanno intese le prime comparse di Grégoire Colin, nei panni di François, che è un punto di rottura, una figura quasi luciferina che avvolge e sconvolge. Sarah ripete compulsiva “Je t’aime”, rivolta a entrambi gli uomini. Con loro si accoppia come fosse un frammento del sesso antropofago di Cannibal Love. Assorbendoli, tentando di mangiarsi a vicenda, e così provando ad addomesticare il sentimento. La cronaca del presente contro l’irruzione di Amore: ma si può davvero sfuggire all’amore? O ci governa come una forza sovrannaturale, come un fuoco nella carne, a cui dobbiamo solo lasciarci andare? Qui sta il senso del thriller, il suggerimento ultimo. Non è poco. Orso d’argento per la miglior regia al Festival di Berlino.