Featured Image

Imaginary

2024
REGIA:
Jeff Wadlow
CAST:
DeWanda Wise (Jessica)
Pyper Braun (Alice)
Tom Payne (Max)

Il nostro giudizio

Imaginary è un film del 2024, diretto da Jeff Wadlow.

Ultimamente ho rispolverato qualche titolo della serie giocattoli e pupazzi assassini e mi sono imbattuto in The Pit (1981) di Lew Lehman. Là c’era un orsetto di nome Teddy che diventa il migliore amico di un ragazzino, molto morboso e precocemente arrapato, che spia la babysitter in stile Pierino e poi scopre che in un fosso dietro casa si nascondono dei troll famelici, che nutre con il vicinato che lo ha bullizzato per anni.  Una pellicola non proprio perfetta, ma che ha un suo fascino, a partire dall’orso che è creepy a modo suo, pur restando quasi sempre immobile, più o meno come l’orsetto di questo Imaginary.  Blumhouse, purtroppo, ultimamente non ne imbrocca una buona: da L’Esorcista – Il Credente a Night Swim, la parabola ormai sembra discendente in tutti i sensi e la mancanza di idee si fa sentire. Imaginary appartiene ad uno di questi titoli. Il nuovo film targato Blumhouse è diretto da Jeff Wadlow, già dietro la macchina da presa in Obbligo o verità (2018) e il remake della serie cult Fantasy Island (2020), che qui firma anche la sceneggiatura con Greg Erb e Jason Oremland.

Jessica (DeWanda Wise), una illustratrice di libri per bambini, torna a vivere nella casa d’infanzia con il fidanzato musicista Max (Tom Payne) e le due figlie di lui, la piccola Alice (Pyper Braun) e l’adolescente rompipalle Taylor (Taegen Burns). Mentre Jessica cerca di rispettare una consegna e si dedica ai suoi disegni bruttissimi (l’ape Maia fa più paura del suo personaggio ragno), Alice trova un orsacchiotto nello scantinato di casa e lo chiama Teddy (in originale Chauncey). Fin qui va tutto bene, perché Alice, che ha avuto una mamma pazza, finalmente torna a sorridere grazie a Teddy. Peccato che i giochi immaginari che Alice fa con l’orsetto, diventano man mano più pericolosi, fino ad allontanare la bambina da Jessica, che stando a quello che le dice l’orsetto, in passato aveva conosciuto anche lei, prima che un evento traumatico le facesse dimenticare tutto.

Il film scorre lentamente, almeno nella sua prima parte, e tutto sommato Wadlow si impegna a costruire una certa atmosfera, riuscendo persino a infondere in un semplice orsetto dell’Ikea un po’ d’inquietudine (il character design praticamente non esiste). Ma quello che accade nella seconda parte e che non spoilero per non rovinarvi la visione, sebbene renda lo svolgimento un po’ più dinamico, finisce successivamente per gettare la storia nella banalità più disperante, con un twist che prende a manbassa da Insidious e Stranger Things. Non mancano riferimenti qua e là ad alcuni classici della cinematografia orrorifica (Nightmare su tutti, a partire dal nome della città, Springwood), soprattutto quei titoli dove sogno e realtà si tramutano in allucinazioni, ma gli ingredienti, seppure non originali, in Imaginary finiscono per cadere nel ridicolo, con uno spiegone finale davvero imbarazzante. Per finire, in un ruolo insulso e privo di qualsiasi spessore, riconoscerete – forse – Betty Buckley, l’insegnante di ginnastica di Carrie, lo sguardo di Satana (1976).