Featured Image

Il villaggio dei dannati

2022
Titolo Originale:
The Midwich Cuckoos
CAST:
Keeley Hawes
Max Beesley
Aisling Loftus

Il nostro giudizio

La nuova miniserie originale Sky, The Midwich Cuckoos, è tratta dal romanzo omonimo di John Wyndham, in Italia edito come I figli dell’invasione e reso celebre grazie a ben tre trasposizioni cinematografiche. La prima, datata 1960 e diretta da Wolf Rilla, diventò quasi subito un piccolo classico della fantascienza cinematografica al punto da far produrre qualche anno dopo anche un sequel, di minor fortuna, La stirpe dei dannati diretto da Anton Leader. Oltre 30 anni dopo la vicenda venne rifatta da John Carpenter, che spostava le vicende in territorio statunitense con un piglio più truculento ma con un risultato poco memorabile. La miniserie in sette episodi, che vede David Farr come showrunner, parte dalla medesima situazione raccontata dal libro, tentando di rimanere aderente al romanzo e di far dimenticare esteticamente i suoi precedenti cinematografici, cercando una strada del tutto personale.

Il contesto in cui è ambientata la vicenda rimane la tranquilla Midwich, un piccolo e idilliaco paesino descritto come un paradiso in cui chiunque voglia far crescere dei bambini. A questo scopo una giovane coppia di londinesi, Zoe e Tom (Aisling Loftus e Ukweli Roach) si sono appena trasferiti per costruire il proprio futuro. Una notte qualunque, però, gli abitanti perdono tutti conoscenza senza un apparente motivo. Esseri umani e animali cadono a terra, senza preavviso e senza ragione. Per dodici ore non si riesce a entrare e vedere nulla nella zona del blackout. Nessuno sa di preciso cosa sia successo. Poi, all’improvviso, tutto sembra tornare alla normalità. Sembra. Perché in quelle dodici ore in realtà è successo qualcosa di inspiegabile: ogni donna in età fertile è infatti rimasta incinta. I bambini nati in queste circostanze, un gruppo di individui decisamente particolari, vengono rinominati The Midwich Cuckoos, “i cuculi di Midwich”. L’esercito non tarda ad arrivare per contenere la notizia e monitorare la crescita di questa stirpe di bambini che sembra avere delle doti fuori dal comune e un piano ben definito.

La prima cosa che salta all’occhio è il (lieve) aggiornamento alla modernità con cui una storia del genere si troverebbe ad avere a che fare, in particolare alla considerazione del ruolo della donna all’interno di un contesto genitoriale forzato e privo di consenso. La contemporaneità con l’attualità americana e la discussione del diritto all’aborto è impressionante, ma diventa anche un’occasione perduta di poter mettere sul terreno di gioco temi scottanti nell’epoca del me too e in una fase di evidente attacco nei confronti dei diritti delle donne. Il fuoco della storia vuole rimanere sull’inquietudine data dalla figliolanza aliena, accentuata dall’innocenza (apparente) dei bambini e in questo senso la serie, nelle sue inevitabili lungaggini, rimane un buon esercizio di tensione che tenta di forzare alcuni dei luoghi comuni del genere, come il ruolo dell’esercito che, da classico elemento che agisce in segreto ai danni della popolazione, diventa esso stesso vittima della cospirazione aliena. Anche il lato drammatico, con la costruzione di una serie di rapporti familiari che mettono al centro anche le problematicità del ruolo del padre, tenta di tenere alta l’attenzione lungo il corso delle puntate. Ciò nonostante, la storia rimane risaputa e prevedibile anche per chi non conosce il romanzo o i film precedenti e molte svolte di sceneggiatura sono così poco approfondite da sembrare forzate, confermando che non tutte le storie hanno il respiro narrativo necessario per coprire un formato come quello seriale.