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Il re

2019
Titolo Originale:
The King
REGIA:
David Michôd
CAST:
Timothée Chalamet (Enrico V)
Lily-Rose Depp (Caterina di Valois)
Robert Pattinson (Luigi

Il nostro giudizio

Il re è un film del 2019, diretto da David Michôd.

Sangue. Fango. Odio. Tradimenti. Sensi di colpa. Ingredienti tipicamente shakespeariani. Colonne portanti de Il Re (The King), presentato alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia e, dal primo novembre, su Netflix. Diretto da due australiani, David Michôd e Joel Edgerton (quest’ultimo, sulla carta solo sceneggiatore, è anche fra gli interpreti), il film è ispirato non da una, bensì da due opere del Bardo di Stratford-upon-Avon: il doppio tomo de l’Enrico IV e l’Enrico V, che raccontano – con le tinte fosche dell’Autore – le vicende, liberissimamente interpretate, dei due monarchi d’Inghilterra, regnanti fra il XIV e il XV secolo. Girato fra Regno Unito e Ungheria, il film è realizzato con linguaggio e sapore (fortunatamente) più british che americano, nonostante le presenze di giovani stelle hollywoodiane come Timothée Chalamet e Lilly- Rose Depp (figlia di cotanto padre e di Chalamet fidanzata), e nonostante sia co-prodotto dalla Plan B di Brad Pitt. L’Inghilterra è devastata dal regno di Enrico IV (Ben Mendelsohn), un Lancaster che ha usurpato il trono di Riccardo II e che ha portato il Paese allo sfacelo, fra guerre con scozzesi e gallesi e continue minacce alla Francia. Il figlio non lo segue in questa corsa di sangue e preferisce, pacificamente, frequentare bettole, puttane e milady (storicamente falso… pare fosse un raffinato intellettuale) finché, convocato dal padre morente, viene prima diseredato e poi cacciato.

Durerà poco la sua emarginazione: il fratello Thomas, candidato designato al trono, morirà in battaglia e il ragazzo, a soli 26 anni, si sentirà in dovere di cambiare la sua vita e fare il re. Un re che, in patria, diverrà un eroe nazionale, dopo aver sconfitto i francesi ad Anzicourt, un sanguinoso e sanguinario mattino del 1415, sfruttando la fangosità del terreno che impacciava i soldati del Delfino di Francia (Robert Pattinson, futuro Batman nel film di Matt Reeves al posto di Ben Affleck). I francesi, infagottati nelle loro pesanti armature, vennero massacrati, nonostante l’incredibile inferiorità numerica dell’esercito di Enrico V: solo 500 inglesi rimasero sul campo, mentre si stima che i francesi morti furono da 7 ai 15.000. Ed è questa la scena più affascinante del film: riprese della battaglia così realistiche da far pensare d’esserci in mezzo, cavalli squarciati, rumore di ferraglia delle armature, uomini che sembrano robot primordiali, sangue a fiotti. Nonché quella in cui il capitano inglese Falstaff (Joel Edgerton, ingrassato ad hoc), fino all’ultimo respiro, mena cazzotti alla Bud Spencer e resta schiacciato dai nemici che lo calpestano come scarafaggi impazziti. Grazie a questa vittoria, Enrico riuscì a riportare l’Inghilterra fra le grandi potenze europee e a conquistare il trono di Francia, retto dal folle Carlo VI  (folle davvero, affetto da schizofrenia paranoide).

Già, la divina pazzia, tema tanto caro a Shakespeare (basti pensare al Macbeth) che, come affermava Platone, è «più bella della saggezza di origine umana». E Il re, popolato da folli, non poteva che essere straordinariamente autentico: il medioevo è sporco, povero e sanguinario, altro che le stradine lucide e i personaggi puliti e truccati di certe fiction televisive nostrane (penso all’ orribile Santa Rita da Cascia – personaggio più o meno coevo di Enrico V – la miniserie di Giorgio Capitani, molto più bravo nelle commedie sexy). «A un certo punto della vita ti rendi conto di combattere battaglie che non sono tue», dice Enrico V dopo la sua “conversione” da “pacifista” a re combattente. E qui subentra anche un freudiano rapporto padre-figlio, totalmente irrisolto, che porta un ragazzo di soli 26 anni a condividere la massima del suo consiglieri: «Un re non ha amici, ha solo seguaci e nemici». Un breve momento di verità, di confronto reale con il suo più profondo Io, Enrico lo avrà durante un dialogo con la moglie che gli viene imposta, Caterina di Valois (la figlia di Depp) che, presentata come una bambolina trasportabile per convenienze politiche, si rivelerà, in un universo assoluto maschile, la sola a saper scavare nel profondo della solitudine del re. Mentre il popolo esulta: viva il re, viva Enrico.