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Il luogo delle ombre

2015
Titolo Originale:
Odd Thomas
REGIA:
Stephen Sommers
CAST:
Anton Yelchin (Odd Thomas)
Willem Dafoe (Sceriffo Wyatt Porter)
Addison Timlin (Stormy Llewellyn)

Il nostro giudizio

Il luogo delle ombre è un film del 2015, diretto da Stephen Sommers.

Chi è Odd Thomas, il protagonista di Il luogo delle ombre? Trattasi di un personaggio fictional che fa la sua prima comparsa tra le pagine dell’omonimo best seller del 2003 di Dean Koontz (in Italia edito da Sperling & Kupfer): un ragazzo di venti anni che conduce la propria esistenza nella città desertica di Pico Mundo, in California. La sua peculiarità consiste nella facoltà di percepire e vedere la presenza di anime defunte che reclamano giustizia, che lo indirizzano verso la risoluzione di alcuni crimini o aiutano a prevenirne altri; riesce a farsi udire da loro, ma questi non possono comunicare con lui. Come si manifestano le emanazioni della preveggenza di Thomas? Si chiamano Bodachs, una variante del goblin o del bogeyman.

Il luogo delle ombre diretto da Stephen Sommers (La mummia 1 e 2, Van Helsing) parte grossomodo come il romanzo: il nostro (Anton Yelchin) si imbatte in una ragazza che reca ancora sul suo corpo i segni di una morte violenta; le turbolenze emotive, l’ambiente disfunzionale in cui è cresciuto (lo sceriffo William Dafoe gli rinfaccia brutalmente di avergli da sempre complicato la vita), le doti paranormali in suo possesso, sono rese su schermo da un montaggio sincopato e fortemente virato allo stile videoclip: dagli individui col volto gommoso che lo implorano di salvarli, ai flashback che rimandano al lavoro in tavola calda e alle prime apparizioni dei famigerati bodachs. Proprio nell’ambiente apparentemente vitale del fast food fa il suo ingresso Fungus Man (così appellato per il pallore spettrale e per la capigliatura putrida), inseguito da uno stormo di bodachs, sagome presaghe di sventure a breve termine: è lui l’emissario che fa sospettare Thomas di un imminente disastro.

Di carne al fuoco ce n’era eccome, ma mentre uno scrittore della stoffa di Koontz riusciva a districarsi agevolmente tra mood variegati e plumbee tematiche mortifere (sagaci le incursioni di black humour, su pellicola invero assenti), dando un senso pregnante a termini abusati quali weird o creepy, il regista di Il luogo delle ombre non se la cava altrettanto bene. Sembra perdersi a livello visuale tra luoghi spettrali, antri di decadenza e disfacimento, trattandoli con un’estetica eccessivamente commerciale. Il film risulta, così, slegato, e la premura del regista di inserire più elementi possibili del novel, lo fa risultare pretenzioso. A parità di affinità tematiche, Richard Kelly con Donnie Darko fece un mezzo miracolo.