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Il giglio nero

1956
Titolo Originale:
The Bad Seed
REGIA:
Mervyn LeRoy
CAST:
Nancy Kelly (Christine Penmark)
Patty McCormack (Rhoda Penmark)
Henry Jones (Leroy Jessup)

Il nostro giudizio

Il giglio nero è un film del 1956 diretto da Mervyn LeRoy.

Rhoda Penmark (Patty McCormack) è una graziosa bambina di nove anni dai modi impeccabili, occhi penetranti e lunghe treccine bionde. Riesce ad accattivarsi le simpatie degli adulti con i suoi modi estremamente gentili e dolci. Tutto scorre tranquillo, tra sorrisi smaglianti, giochi e libri di fiabe, quando durante una gita scolastica uno dei compagni di Rhoda muore cadendo da un pontile. Alla notizia della morte del bambino, tra lo shock generale e il dolore della madre Christine (Nancy Kelly), Rhoda è l’unica a reagire con freddezza alla notizia della morte del compagno. Il viscido giardiniere Leroy (Henry Jones) è l’unico a sospettare di Rodha e a percepire la crudeltà che si cela dietro la maschera apparentemente angelica di bambina. Mervyn LeRoy mantiene l’impostazione teatrale del testo di origine di Maxwell Anderson, ispirato dall’omonimo romanzo di William March The Bad Seed del 1954, e firma un thriller psicologico crudo e intenso, anticipatore del filone degli evil children, che si è meritato – a sorpresa, visto il periodo bacchettone – ben 4 nomination agli Oscar.

Il giglio nero porta per la prima volta sullo schermo la storia di un seme maligno che non cresce all’interno di una famiglia disfunzionale e marcia, ma che prende forma all’interno della classica famiglia americana perfetta. La propensione all’omicidio viene dall’ambiente in cui un assassino è nato o può essere addirittura ereditaria? Secondo LeRoy il fiore del male può sbocciare in ogni famiglia, persino in una ricca e borghese come quella dei Penmark, dove cresce la piccola e viziatissima Rhoda, che non prova nulla di fronte alla sofferenza e alla morte, anzi, ci balla persino su. Patty McCormack dà vita ad uno dei little villain più spietati che si siano mai visti sul grande schermo, seguita dalla commovente interpretazione di di Nancy Kelly – la madre – che ci porta a provare in prima persona sentimenti ambigui verso il mostro, fino al dramma conclusivo, che seppur non mostrando nulla riesce a trasmettere nello spettatore un malessere intenso, lacerante come solo l’omicidio commesso da un bambino può esserlo.

LeRoy spiattella in faccia allo spettatore degli anni ’50 uno psicodramma dalle tinte noir che si consuma tra le tranquille pareti domestiche, tra donne servili tutte casa e marito e vicini impicciosi e cinici. Un modello che ispirerà capisaldi del cinema horror come Halloween di John Carpenter, Il presagio di Richard Donner, e in anni più recenti Orphan (2009) e The Prodigy (2019). Ma il film di LeRoy suggerisce molto di più: Rhoda non è solo un’assassina in erba, ma una ribelle, una antieroina proto-femminista, forte e cattiva, che si contrappone in modo feroce alle donnine sottomesse del tempo. Una Shirley Temple malvagia che non prova alcuna pietà verso il resto dell’umanità che la circonda. De Il giglio nero esistono due remake televisivi, uno del 1985 diretto da Paul Wendkos, con Lynn Redgrave e David Carradine, e un altro del 2021, diretto da Rob Lowe, con Mckenna Grace (Annabelle 3) e Patty McCormack, qui nelle vesti di una psicologa che studia il caso della nuova e spietata bambina assassina.