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Il delitto Mattarella

2020
REGIA:
Aurelio Grimaldi
CAST:
David Coco (Piersanti Mattarella)
Leo Gullotta (Rosario Nicoletti)
Tony Sperandeo (Vito Ciancimino)

Il nostro giudizio

Il delitto Mattarella è un film del 2020, diretto da Aurelio Grimaldi.

La Storia italiana è scritta con il sangue, e il cinema si erge spesso a rappresentarne i fatti più cruenti, misteriosi e drammatici, attraverso varie forme e generi. Ieri e oggi sono nati film importanti come Il caso Moro, Il muro di gomma, I banchieri di Dio, Il divo, Romanzo di una strage, e molti altri ancora (qua su Nocturno presto dedicheremo un articolo ad hoc). Aurelio Grimaldi, un regista eclettico in grado di passare da cult erotici come Il macellaio e La donna lupo a spaccati sociali quali Le buttane e Nerolio, ha portato sul grande schermo – a partire dal suo omonimo romanzo – Il delitto Mattarella, che racconta un celebre omicidio politico della Sicilia non ancora trattato dal cinema. Piersanti Mattarella, fratello dell’attutale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, era un esponente di spicco della Democrazia Cristiana e Presidente della Regione Siciliana, qua interpretato da David Coco (che aveva dato vita a Gaspare Pisciotta in Segreti di Stato): fu ucciso il 6 gennaio 1980 da un killer non identificato, per ordine di Cosa Nostra, poiché la sua onestà e le riforme che voleva attuare andavano contro la Mafia, anche se in un primo momento l’omicidio sembrò compiuto da terroristi. Il discorso è in realtà più complesso, e quello di Grimaldi ha innanzitutto il merito di essere un “film a tesi”, cioè un film che non si limita a esporre i fatti ma ne ricostruisce una certa versione con accuse ben precise.

Come spiega una didascalia nei titoli di coda, il film di Grimaldi colloca infatti la ricostruzione narrativa e i personaggi che la compongono, frutto della penna del regista/sceneggiatore, nel contesto di fatti documentati, indagini e sentenze, creando così un riuscito compromesso fra il cinéma vérité e il thriller politico. Un’impresa estremamente coraggiosa e rischiosa, che sono in pochi oggi ad affrontare, ma di cui il cinema italiano ha assoluto bisogno: e Il delitto Mattarella è tanto lodevole nelle intenzioni quanto riuscito nella realizzazione, nonostante il budget produttivo presumibilmente non elevato. La tesi fondamentale della pellicola è che nell’omicidio del Presidente convergano gli interessi della Mafia e dei neofascisti, poiché se da una parte Mattarella ostacolava il potere mafioso, dall’altra la sua alleanza coi comunisti era invisa alla destra: accanto alla criminalità organizzata (Mafia e Banda della Magliana), compaiono importanti uomini politici, giovani neofascisti, personaggi occulti e persino un esponente di Gladio, associazione eversiva anticomunista finanziata dalla CIA. Al centro di tutto ci sono i rapporti tra politica, Mafia e terrorismo, gli anni di piombo e la lotta intestina fra le correnti interne alla DC. La carne al fuoco è veramente tanta, forse troppa se si considera la durata abbastanza ristretta (97 minuti), per cui il ritmo è talvolta frenetico e si fa fatica a seguire tutti i personaggi che entrano in scena, ma il film funziona bene. Il delitto Mattarella ricorda quel bel cinema italiano di impegno politico degli anni Settanta e Ottanta, che prosegue ancora oggi per mano di (pochi) coraggiosi registi.

E se dovessimo usare un termine di paragone, potremmo dire che Grimaldi segue le orme di Giuseppe Ferrara (Cento giorni a Palermo, Il caso Moro, I banchieri di Dio), sia per il ritmo sostenuto, sia per la ricerca di veridicità storica, sia per alcuni accorgimenti: per esempio, l’uso di didascalie con date e nomi, l’utilizzo della voice-over (talvolta forse in modo eccessivo), oppure la ricerca di somiglianza fisica con i personaggi storici. Compaiono nomi celeberrimi e famigerati quali Giulio Andreotti (di cui il regista non si fa scrupolo a mostrare gli incontri con i boss della Mafia, come fece Paolo Sorrentino ne Il divo), Michele Sindona e Vito Ciancimino, ai quali è contrapposta l’onestà politica e umana degli integerrimi Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Giovanni Falcone. Il film ricostruisce anche il Piersanti Mattarella uomo, oltre che politico, dunque fornisce un ritratto della sua vita privata e familiare, fatta di valori e ideali. Le esecuzioni sono crude e realistiche, realizzate con cura – nonostante si noti l’essenzialità dei mezzi a disposizione – in puro stile noir. Trattasi di un’opera molto corale, senza un protagonista assoluto, e il cast non presenta grandi nomi ma ottimi caratteristi tutti efficaci nei rispettivi ruoli. La narrazione avvince e convince, sostenuta dall’incalzante colonna sonora di Marco Werba, muovendosi avanti e indietro nel tempo – prima, durante e dopo l’omicidio – e sviscerando le prospettive dei protagonisti (vittime e carnefici), le manovre occulte, la preparazione dell’attentato e le indagini che ne seguirono.