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Il caso Novack

2015
Titolo Originale:
Beautiful & Twisted
REGIA:
Christopher Zalla
CAST:
Rob Lowe (Ben Novack Jr.)
Paz Vega (Narcy)
Candice Bergen (Bernice)

Il nostro giudizio

Il caso Novack è un film del 2015, diretto da Christopher Zalla

È  ben difficile che qualcuno lo vada a vedere cercandolo perché sa che cos’è o per una qualche ragione precisa che non vedo cosa altro possa essere se non che il protagonista maschile è Rob Lowe e la protagonista femminile è Paz Vega. O, al limite, per il piacere puramente antiquario di contemplare che cosa è diventata Candice Bergen nella sua settantesima primavera (regge ancora ed è una bella signora, comunque). In un film del genere, ci si capita per caso, esplorando le offerte di Sky-go. E può rivelarsi un caso molto felice, Il caso Novack, film del 2015 che in originale suona Beautiful & Twisted, bello e perverso o meglio: bello e perversa o, meglio ancora: bella e perversa. Perché il bello può essere anche lui, Rob Lowe, a 52 anni suonati ma ben camuffati da occhiali da sole e barba incolta, ma lo è certamente lei, Paz Campos Trigo per tutti Paz Vega che non smette di innescare tachicardie quando entra in scena con il suo flessuosissimo, snello ed elegante personale. E, ugualmente, l’etichetta di perverso si adatta tanto a lui, al quale piacciono le cosette sadomaso tra le lenzuola, quanto soprattutto alla Flessuosa, rimorchiata in un locale di lapdance e trasformata in un lampo da Lowe nella sua dolce metà, perché l’uomo come l’ha vista che si contorceva al palo in guêpière nera, calze a rete e stivaloni, ha perso la testa. I canoni del vecchio colpo di fulmine: ut vidi, ut perii. Le premesse del Caso Novack sono queste: il ricchissimo rampollo di una dinastia proprietaria di mega-alberghi, Ben Novack Jr. (Lowe) resta folgorato da una spogliarellista sudamericana, Narcy (Vega) e se la sposa senza pensarci un attimo, accettando di prendere la donna con tutto il suo pacchetto, comprendente una figlia adolescente e un fratello assai poco limpido di nome Veliz.

Parliamo di una storia che ha un substrato reale e di cui questo film televisivo, diretto da Christopher Zalla e trasmesso da Lifetime alla fine dello scorso anno, ambisce ad essere un resoconto piuttosto fedele. Ben e Narcy si sposano e vivono nel dorato olimpo di lui, yacht, champagne a fiumi, ville megagalattiche, una vita al top, sebbene presto si insinuino dei tarli. Perché Ben, pur essendo una pasta d’uomo, è un puttaniere e gli piace la coca. E Narcy, dal sangue molto caliente, non sopporta le corna. Poi c’è la madre di Lowe, interpretata dalla Bergen, alla quale Paz Vega sta sui coglioni fin da subito, con reciprocità totale. Ma l’equilibrio instabile della coppia si basa sull’amore profondo che lega i due al di sotto della superfice, nei giochetti più spericolati dell’alcova dove sono in perfetta sintonia – il film tv per sua natura deve limitarsi ad evocare più che a dichiarare in maniera esplicita ed esploitativa. In più c’è la ragazzina, che crescendo diventa un gioiello e affianca il padre acquisito nella gestione degli affari, venendo amata da tutti, anche dalla Bergen. Noi partiamo cogniti del fatto che il peggio è accaduto, perché Lowe, come in Sunset Boulevard, racconta in retrospezione gli eventi sul marmo dell’obitorio, quando ormai non appartiene più al mondo dei vivi grazie alla mogliettina che lo ha fatto massacrare dopo aver spedito al Creatore anche la suocera. E sia detto tutt’altro che tra parentesi, per un film che corre sul filo del dramedy, le scene di ammazzamento sono di truculenza notevole: a Lowe spaccano la faccia a martellate e poi gli affondano un cacciavite negli occhi. E si vede tutto.

Il caso Novack è uno di quei film che danno l’impressione di essere stati fatti in maniera giusta e con gli unici interpreti possibili. Non accade spesso ma talvolta accade, con i film di oggi. Una volta invece era la regola. Sembra la versione al contrario di Masquerade, dove Rob Lowe sposava la miliardaria Meg Tilly per poi farla fuori e intascarne i soldi, ma nell’ingorgo delle varie situazioni criminali conseguenti ne usciva una potente e difforme storia d’amore. Lo stesso accade qui, dove Rob Lowe e Paz Vega rinnovano il fascino di quelle unioni impossibili il cui equilibrio sta nel totale disequilibrio dei partner. Che detto così suona abbastanza neutro ed arido, ma nel film si invera in due personaggi molto riusciti, a prescindere dallo spunto offerto dalla cronaca. Molto brava e giusta anche la giovane Seychelle Gabriel, classe 1991, che va e viene per serie televisive e della quale qualcuno certamente si ricorderà nell’Ultimo dominatore dell’aria.