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Il cacciatore di giganti

2013
Titolo Originale:
Jack the Giant Slaye
REGIA:
Bryan Singer
CAST:
Nicholas Hoult (Jack)
Eleanor Tomlinson (principessa Isabelle)
Ewan McGregor (Elmont)

Il nostro giudizio

Il cacciatore di giganti è un film del 2013, diretto da Bryan Singer.

Il cacciatore di giganti c’entra pochissimo con il classico L’ammazza giganti di Nathan Juran, del 1962, poiché trattasi di una riduzione della tradizionale favola inglese di Jack e la pianta di fagioli; con la differenza che rispetto al racconto, qui, nella terra sospesa sulle nuvole alla quale conduce la miracolosa fruttificazione dei legumi fatati, abitano non un orco e un’orchessa ma una stirpe di giganti cannibali, comandati da un leader bicefalo.

Non è una cazzata, anche se sulla carta tanto lo sembra, questo fantasy non scevro da belle truculenze – sebbene la versione theatrical sia in sospetto in più di un passaggio di alleggerimenti–  diretto da Bryan Singer con un budget esorbitante di duecento milioni di dollari. Parte, a dir vero, un po’ loffiamente, introducendo Nicholas Holt (lo zombi romantico di Warm Bodies) come il Jack del titolo, destinato a grandi e mirabili cose nel mondo medievale dove è nato figlio di poveri e dove, dopo dieci minuti, mentre è al mercato per vendere un cavallo, ha già fatto ballare l’occhio su Eleanor Tomlinson (Educazione siberiana), figlia del re.

Ma passa una mezzoretta e la storia, visione ed emozione, lievita contemporaneamente all’alzarsi verso il cielo della colossale pianta magica germogliata dai fagioli, lungo le cui volute arboree si arrampicano Jack, il capo delle guardie regali, Ewan McGregor, e un manipolo di soldati per recuperare la principessa ascesa sulle fronde fatate verso la landa dei ciclopi. I giganti sono di un realismo straordinario e tra motion capture e 3D c’è di che festeggiare con gli occhi e con i sensi, specie quando il novello Davide si ingegna per ammazzare il Golia di turno, ficcandogli un coltellone nella nuca o chiudendogli un alveare nell’elmo. Finale riconciliatorio tra le razze. Assolutamente gradevole.