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House of Cards – Stagione 5

2013 - in produzione
Titolo Originale:
House of Cards - Season 5
CAST:
Kevin Spacey (Frank Underwood)
Robin Wright (Claire Underwood)
Corey Stoll (Peter Russo)

Il nostro giudizio

House of Cards – Stagione 5 è una serie tv del 2017, ideata da Beau Willimon 

Happiness isn’t my concern. Not now, not ever” (Claire Underwood, House of Cards, S05E11)

Sventata la minaccia terroristica creata da due Americani convertiti all’Islam, per Frank e Claire Underwood è tempo di fare buon uso dell’occasione creatasi per dirigere l’attenzione pubblica su eventi di portata anche più dirompente. Una guerra dichiarata contro uno dei nemici esterni di sempre – qui sotto il nome di ICO – e lo svolgimento – imprevedibile e improbabile – delle votazioni elettorali, che di quella dichiarazione bellica subisce gli influssi con esiti del tutto inaspettati. O forse no? Nella scena di apertura del secondo episodio di House of Cards – Stagione 5, Frank Underwood è alle prese con un software che permette di visualizzare il morphing dei volti umani. Gradualmente, noi come pubblico assistiamo, insieme a Frank, al passaggio del profilo del Presidente a quello con le fattezze di Claire Underwood, moglie ambiziosa e “partner in crime” dell’uomo politico. È un indizio sottile ma che, nella sua valenza espressiva, lascia il segno: i due profili – non solo fisici ma caratteriali – sono sempre più simili e tendono a confondersi l’uno con l’altro. Ci saranno altre scene, disseminate nel corso della stagione, che avranno la funzione di sottolineare questa coincidenza di intenti e ruoli. Gesti, movenze, atteggiamenti, battute: un tessuto narrativo e visivo proposto in maniera tale da preparare a un passaggio di consegne da Frank a Claire.

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L’elemento decisivo in tal senso, dal punto di vista della rappresentazione, è l’impiego delle interpellazioni dirette. Se fino alla quarta stagione la rottura della quarta parete per dialogare direttamente con l’audience è una prerogativa di Frank – una sorta di “confessionale privato” attraverso il quale dare sfogo all’ambiguità di una personalità tanto affascinante quanto complessa – da questa stagione le cose cambiano. Claire ci guarda dritto negli occhi e ci mette al corrente del fatto che lei è sempre stata consapevole della nostra presenza, ma riconoscerci il ruolo di interlocutore diretto è un privilegio che va guadagnato. Ancora una volta un passo avanti al marito, che di gioco dei ruoli se ne intende come pochi, e che anche in questi 13 episodi non lesina in strategie manipolatorie e macchinazioni di vario tipo. Dai brogli elettorali al gioco di forza con i Russi, dal (finto) complotto ai danni della coppia presidenziale alla sistematica eliminazione di testimoni scomodi e all’avvio di alleanze con personaggi di dubbia lealtà (i neoarrivati Jane Davis e Mark Usher), House of Cards – Stagione 5 costruisce un reticolato di colpi di scena e suspense che identifica linee di sviluppo che vanno sia nella direzione dell’accerchiamento – attacchi continui contro gli Underwood per decretarne la caduta dalla posizione di potere – sia in quella del contenimento – piani tattici dei diabolici coniugi per preservare le cariche raggiunte un’azione efferata dopo l’altra.

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Ma è sul confronto/scontro Frank vs. Claire che la prossima spirale di violenza troverà terreno fertile. “My turn” è la battuta finale, in forma di aside, che Claire pronuncia decretando l’inizio di un nuovo corso. E con lei come controparte diegetica è ragionevole pensare che il gioco si farà ancora più coinvolgente. Dopotutto, perdersi nel teatro della politica è un piacere perverso, e nei termini del J’accuse sferzante di Frank contro tutti (spettatori compresi), anche un’indiretta ammissione di complicità che il gioco attrae ed intriga, fino ai limiti dell’imponderabile. Underwood contro Underwood è il round che dominerà la sesta stagione della serie, in programmazione tra circa un anno. Posti in prima fila, come sempre, solo su Netflix.