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Host

2021
REGIA:
Rob Savage
CAST:
Haley Bishop (Haley)
Jemma Moore (Jemma)
Emma Louise Webb (Emma)

Il nostro giudizio

Host è un film del 2020 diretto da Rob Savage.

E’ l’horror più spaventoso di sempre secondo uno studio scientifico condotto da Broadband Choices e recentemente pubblicato. Così Host di Rob Savage fa scivolare Sinister di Scott Derrickson, l’anno scorso in prima posizione, in seconda. Le classifiche lasciano il tempo che trovano, lo sappiamo, tuttavia destano sempre una certa curiosità e se un horror girato in pieno lockdown giunge in vetta sin da subito, senza chiedere il permesso a nessuno, è lecito scoprire il perché. Rilasciato in esclusiva su Shudder, canale streaming inglese, dall’anno scorso vive di critiche molto positive e passaparola. Il film vede protagoniste sei amiche che, in piena pandemia e quindi impossibilitate a vedersi e stare insieme, decidono di organizzare una riunione serale su Zoom con annessa seduta spiritica. Guidate da una medium, amica di una di loro, lo scopo è probabilmente quello di provare qualche brivido che sostituisca, anche se per poco, la noia e la ripetitività quotidiane. Divertite dall’idea bizzarra di entrare in contatto con un’entità soprannaturale, prendono sotto gamba l’esperimento, motivo per il quale all’interno della loro virtuale riunione entra uno spirito demoniaco in cerca di vendetta.

Girato senza nessuna interazione tra attori e regista, per via della pandemia e delle restrizioni, Host ha trasformato quello che poteva essere un ostacolo nel suo maggior punto di forza e, probabilmente, è il motivo per cui ha suscitato così tanto clamore: parliamo, naturalmente, dell’idea di utilizzare la web conference come unico campo d’azione. Non è il primo film ad adoperare questa tecnica, infatti i suoi parenti più prossimi sono Unfriended e Unfriended: Dark Web, tuttavia a differenza di questi ha avuto la possibilità di trasmettere stati emozionali che vanno al di là del genere a cui appartiene. Sì, tensione e paura sono presenti, ma è probabile che queste abbiano avuto maggior efficacia per via del senso di reclusione e claustrofobia che un po’ tutti abbiamo provato durante il lockdown e che le protagoniste riescono ad esprimere con naturalezza. Questo ha permesso una vicinanza singolare tra film e pubblico, rendendo oltremodo realistici gli eventi del film (al di là della componente soprannaturale, s’intende).

La durata insolitamente breve di poco più di un’ora (motivo per il quale è più corretto definirlo mediometraggio) non è d’impedimento alla costruzione di un background semplice ma efficace per ognuna delle protagoniste, a tal punto da permettere un’immedesimazione in crescendo. Più punti di vista, quindi, sono presenti in Host che altro non sono che le webcam delle ragazze e il mezzo attraverso il quale i classici elementi dell’horror demoniaco vengono introdotti con una certa sapienza, senza nessun abuso. Inoltre, quella punta di dinamicità data dallo spostamento del dispositivo in alcuni momenti permette di godere appieno della paura e dei jumpscares che sono pochi, ben piazzati e, per i deboli di cuore, davvero scioccanti. Host è nato da uno scherzo fatto da Savage ai suoi amici su Zoom, in seguito diventato virale. Ci si poteva aspettare un horror apocalittico, essendo nato sotto pandemia, invece con furbizia sfrutta la paura dell’isolamento, della solitudine, un male che si è acuito in quei terribili mesi di lockdown e di cui probabilmente molti non sapevano di soffrire. Non è, quindi, il film più spaventoso di tutti i tempi nel senso canonico del termine, lo è invece se la paura alla quale si fa riferimento è la distanza e la mancanza di contatto fisico con i nostri cari.