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His Dark Materials – Queste oscure materie

2019
Titolo Originale:
His Dark Materials
REGIA:
Jamie Childs, William McGregor, Otto Bathurst, Tom Hooper
CAST:
Dafne Keen (Lyra Belacqua)
Ruth Wilson (Marisa Coulter)
Anne-Marie Duff (Ma Costa)

Il nostro giudizio

His Dark Materials – Queste oscure materie è una serie tv del 2019, creata da Jack Thorne.

Quasi 25 anni fa, lo scrittore britannico Philip Pullman pubblicò il primo volume della sua trilogia “His Dark Materials”: la storia di Lyra, una ragazza cresciuta in una versione fantasy di Oxford, città vagamente rappresentata come appare alla fine del 19 ° secolo. Quando la migliore amica di Lyra viene rapita da scagnozzi dello stato, la ragazzina inizia una ricerca e, inizialmente in maniera inconsapevole, si ribella a un sistema autoritario di potere che la politica e la chiesa hanno stabilito. Scoprirà presto che è stata scelta per portare a termine un compito molto più importante. L’universo di Pullman può essere paragonato a quello dei libri di “Harry Potter”. I suoi personaggi non sono stereotipi, le sue storie sono piene di  grandi idee. Nel mondo di Lyra, ad esempio, accompagnano le persone i cosiddetti daimon, animali parlanti (ricordano molto alcune simpatiche fiere presenti nella versione cinematografica de La storia infinita) che incarnano l’anima dell’individuo: un leone, uno scarabeo, ma non mancano neanche le streghe. In sostanza, Pullman descrive la lotta tra un’immagine umanistica dell’uomo – incarnata da Lyra – e uno stato di convinzione che basa il suo potere su tabù e divieti.

Nel 2007 c’è stato già un adattamento cinematografico del primo volume,  “The Golden Compass”, che però è stato un flop, sebbene Nicole Kidman e Daniel Craig siano degni di essere guardati nei ruoli da protagonista: troppa trama è stata condensata in un tempo, quello del film, troppo ristretto. Questo show rappresenta quindi un nuovo tentativo di liberare i contenuti dei libri e del film dallo status di perdente, grazie alla coproduzione dell’emittente televisiva americana pay TV HBO e della BBC che hanno già in programma la seconda stagione. In effetti, la storia si svolge con più svago rispetto al film. La personalità della sicura e consapevole eroina Lyra, incarnata dall’attrice anglo-ispanica Dafne Keen, è davvero elaborata e non solo accennata. Ruth Wilson, nota per essere la protagonista di The Affair, interpreta con maestria il ruolo della madre/avversaria. His Dark Materials è anche esteticamente gradevole: nel corso degli episodi, Lyra viaggia in altri mondi – incluso il nostro mondo reale odierno, comprensivo di smartphone e dei londinesi double-deckers. Tuttavia, se la serie viene giudicata come un’opera indipendente, non può nascondere una certa carenza nella gestione della creatività. Lo sceneggiatore Jack Thorne aveva precedentemente annunciato che voleva restare il più possibile fedele ai romanzi.

Solo in alcuni punti i creatori hanno ridisegnato in modo alternativo alcuni personaggi, provando a porre in essi nuove dinamiche sociali contemporanee, sempre senza esagerare in spessore. La grande idea di Pullman dei  Daimon (cosa fa a una società quando la sua anima è permanentemente visibile agli altri?) avrebbe potuto anche essere raccontata molto più in profondità. Nella serie, gli animali sono ridotti a un effetto segnale molto chiaro e quasi manicheo: ad esempio, un serpente fa capolino dal colletto delle spie, mentre gli avventurieri sono accompagnati da un elegante leopardo delle nevi. “Non segui le regole”, dice a Lyra il suo Daimon Pantalaimon nel primo episodio. Lei risponde “Non significa che non le conosca.” Forse la produzione avrebbe dovuto osare un livello di fiducia in se stessa simile a quello mostrato dalla protagonista. Invece, così come si presenta, la serie si adatta quasi perfettamente alla tipologia di rielaborazione creativa che molti studi cinematografici attualmente operano: Disney produce un remake di classici animati dopo l’altro, Amazon sta lavorando ad un adattamento in serie de Il Signore degli Anelli e HBO e BBC consegnano con His Dark Materials le immagini che i fan dei romanzi avevano già immaginato. Niente di male. È solo un peccato che questo sia il più grande complimento che la serie, ben girata e comunque suggestiva, possa ricevere.