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Hidden in the Woods

2012
Titolo Originale:
Hidden in the Woods
REGIA:
Patricio Valladares
CAST:
Siboney Lo (Ana)
Carolina Retamal (Ana bambina)
Josefa Mora (Anny piccola)

Il nostro giudizio

Hidden in the Woods è un film del 2012, diretto da Patricio Valladares

Patricio Valladares è un regista cileno conosciuto soprattutto per i suoi film estremi girati in patria: horror sanguinari e perversi, talvolta contaminati col pulp, da Curriculum a Dirty love fino a Hidden in the Woods (En las afueras de la ciudad, 2012), la sua opera più nota e riuscita: un film disturbante ai massimi livelli, violentissimo e malato, che suscita persino la tentazione di distogliere lo sguardo. Co-sceneggiato dall’italiano Andrea Cavaletto (Dylan Dog), ha come protagonista un uxoricida alcolizzato che vive nella foresta cilena con le figlie e un bambino deforme nato dall’incesto con la più grande, e guadagna trafficando droga con il boss “zio” Costello. Dopo il suo arresto, i tre figli fuggono nel bosco vivendo allo stato brado e nascondendosi dagli sgherri del boss. Ispirato a fatti reali, Hidden in the woods racconta in modo crudo e veritiero un Male immanente, un mondo spietato dove nessuno è innocente: la storia di una famiglia disfunzionale che sembra uscita da un film anni ’70 – con cui condivide anche l’estetica grindhouse e una fotografia “sporca” – si unisce a una vicenda pulp/noir priva però di ogni umorismo o stile fumettistico alla Rodriguez. Tutto è estremamente realistico, e proprio per questo è così disturbante: l’omicidio della moglie, lo stupro sulla figlia, i poliziotti fatti a pezzi con la motosega, la ragazzina che si prostituisce, le scene di cannibalismo, il piccolo freak, le torture, fino al bagno di sangue finale, tutto è realizzato con una regia senza filtri, che valorizza gli ottimi FX artigianali gore e splatter con inquadrature ferocissime e una “colonna rumori” fondamentale basata sulle urla di dolore e disperazione.

L’indipendente Valladares si è fatto conoscere a livello internazionale e persino a Hollywood, dove la produzione Biehn/Blanc ha deciso di realizzare un omonimo remake americano del film, con la regia dello stesso Valladeres e una riproduzione fedelissima della storia – quasi un remake shot-to-shot. Peccato che il nuovo Hidden in the Woods (2014) non sia assolutamente all’altezza dell’originale: non che il cileno abbia perso la sua creatività (anzi, continua a sfornare film), ma entra in gioco l’eterno conflitto tra libertà espressiva e vincoli produttivi. Se lavorando in modo indipendente poteva mettere in scena ciò che voleva, con una produzione esterna (e americana, non tra le più coraggiose) deve ora sottostare alle regole del mercato, per cui il remake risulta estremamente edulcorato e soft. Certo, le scene di sangue e violenza non mancano – e per un pubblico medio possono persino sembrare efficaci – ma chi ha visto En las afueras de la ciudad non può che essere deluso.

La vicenda è identica, cambia l’ambientazione – spostata sul confine tra USA e Messico – ma tutte le scene di violenza sono ridotte, sia come durata sia come visibilità: esemplificativo è l’omicidio con la motosega, che si limita a uno spruzzo di sangue, ma anche l’uxoricidio e lo stupro sono appena accennati, manca ogni riferimento al cannibalismo, le scene di sesso sono accorciate, l’estetica e la fotografia sono patinate, quasi in stile fiction. La sceneggiatura si concentra troppo sul versante noir, frequenti sono i tempi morti e spesso ci si annoia. I punti forti sono alcune brevi scene di sangue (si nota però l’uso del digitale), i due feroci protagonisti interpretati dalle star Michael Biehn (il padre) e William Forsythe (il boss “zio” Costello) e i volti patibolari di contorno; Jeannine Kaspar e la Electra Avellan di Machete interpretano le due figlie.