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Hell Fest

2018
Titolo Originale:
Hell Fest
REGIA:
Gregory Plotkin
CAST:
Amy Forsyth (Natalie)
Reign Edwards (Brooke)
Bex Taylor-Klaus (Taylor)

Il nostro giudizio

Hell Fest è un film del 2018 diretto da Gregory Plotkin.

C’erano una volta gli anni ottanta, decade mitica e mitizzata, oggetto di nostalgia e culla di tante meraviglie in ambiti artistici differenti. Golden age, inoltre, di un genere cinematografico inaugurato nel 1978 con Halloween di John Carpenter: lo slasher. Da lì in avanti, per diversi anni, si poggiarono le basi di diverse saghe, introducendo i killer del cinema più famosi e terminando l’ascesa del Genere a metà decade. Oggi lo slasher vive una rinascita tra grande schermo e DTV, una nuova rivitalizzazione che cavalca l’onda sanguinolenta del rinnovato interesse, dove tuttavia c’è più quantità che qualità. Capita, però, che nel mucchio ci sia qualche opera degna di visione, non tanto per originalità, pregio relativo, ma per divertimento, intrattenimento e, a volte, capacità d’inquietare. Hell Fest, diretto dal regista e montatore Gregory Plotkin, raccoglie il testimone dell’epoca d’oro del Genere e cerca di adattarlo alla modernità dei giorni nostri fra stilemi, jump-scares e un’ambientazione che non può non suscitare reminiscenze adolescenziali. È il film ideale per Halloween, per una serata al cinema con la ragazza o il ragazzo desiderato, per gli spaventi che stringono i corpi fra loro e per i baci rubati. Ecco, Hell Fest è il film perfetto. Se hai sedici anni.

Forte del notevole impatto scenografico si avvale, infatti, di tutto quello che lo spettatore più smaliziato può aspettarsi: killer generico, adolescenti monodimensionali, prevedibilità e cliché. Il tutto amalgamato in una trama classica: la giovane Natalie (Amy Forsyth) torna nella sua città natale per passare qualche giorno con un’amica e viene coinvolta in una serata in Hell Fest, parco divertimenti a tema horror dove il gruppo di amici verrà perseguitato da un reale assassino. E qui casca l’asino, poiché lo spettacolo fornito dall’ambiente che ospita la storia sembra essere solo il contorno di una carenza d’idee, il contenitore di novanta minuti spesi negli stereotipi più noiosi e annoiati di sempre. Si sono certamente impegnati molto nell’ideare il parco divertimenti e questo lo si nota chiaramente, tanto che l’elemento non umano assurge a vero protagonista, con le sue luci stroboscopiche, i rumori, le attrazioni orrorifiche in cui, diciamolo, ognuno di noi vorrebbe farci un giro. Peccato, però, che lo script non fornisca mai nulla di realmente accattivante, non si sforzi di generare sorpresa, spavento o ansia, ma si adagi solo sulla sequenza di eventi scadendo nel déjà-vu più fastidioso.

Hell Fest è l’ennesimo esempio di un cinema horror usa e getta, sornione e furbo nel puntare a un target che vuole esattamente questo tipo di intrattenimento. E, piaccia o meno, non c’è nulla di male. Il film di Plotkin è onesto, mira a un pubblico giovanile e imbastisce tutto quanto per essere divertissement adolescenziale, per essere serata in compagnia o pretesto per un appuntamento dove ciò che passa sullo schermo ti interessa relativamente. Perché i brividi te li dà qualcun altro. L’approccio old school è indubbiamente piacevole anche per chi ha qualche anno in più sulle spalle, ma è la consapevolezza che, in questo caso, fa davvero la differenza: la consapevolezza, importantissima, di quello che si sta guardando. In pratica, se sei un adolescente in calore organizza una serata al cinema. Altrimenti, che tu lo guardi o meno, non cambierà assolutamente nulla.