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Hard Kill

2020
REGIA:
Matt Eskandari
CAST:
Jesse Metcalfe (Derek Miller) Bruce Willis
Natalie Eva Marie (Sasha)

Il nostro giudizio

Hard Kill è un film del 2020, diretto da Matt Eskandari.

C’era una volta Bruce Willis, re del blockbuster d’azione. Il lettore più giovane starà già sorridendo, ma c’è stato davvero un tempo in cui Willis era un po’ l’uomo immagine della Hollywood più mastodontica, per gentile concessione di M. Night Shyamalan, del primo Quentin Tarantino e della saga interminabile di Die Hard. Tempus fugit: Tarantino è ormai un auteur iper-affermato, Shyamalan è affondato e riemerso dalle tenebre del cinema trash e Bruce ha dovuto decidersi sul modo in cui occupare la propria “maturità artistica”. Qualche pubblicità telefonica dopo, l’andazzo è ormai sufficientemente chiaro: lasciatosi alle spalle la sezione divistica della sua carriera attoriale, Willis ha ben deciso di infilarsi (per nostalgia o per pietà?) in una lista infinita di film d’azione fra i più raffazzonati a mo’ di inserto pubblicitario, un volto riconoscibile la cui presenza possa risollevare le sorti commerciali di una serie di pellicole già con un piede nel dimenticatoio. Uno sguardo alla filmografia recente dell’attore americano e tutto diviene istantaneamente lapalissiano.

Sarebbe curioso domandargli quali siano le motivazioni dietro a un simile orientamento lavorativo, ma il sospetto è che, a più di 60 anni, il buon Bruce abbia preferito il relax alla sperimentazione: lo si può biasimare? A rincarare ulteriormente la dose, però, c’è il fatto che di questa serie di filmoni Bruce Willis non è nemmeno il vero protagonista. Il recente Hard Kill ne è un esempio più che calzante. L’unico vero colpo di scena di questo ultimo contributo al catalogo dei “film d’azione con Bruce Willis” è che dell’attore americano la presenza è piuttosto risicata. L’idea è, sulla carta, che sia il resto del film a tener su l’attenzione. A questo punto sarebbe quindi giunto il momento di spendere qualche riga sintetizzando l’intreccio. Se non fosse che l’intreccio, in Hard Kill, equivale ad una mezza paginetta da 4 e mezzo alle scuole medie. Giusto per completezza: un team di soldati organizza un assalto nei confronti di un terrorista in possesso di un’arma micidiale in grado di distruggere i sistemi di comunicazione internazionali. Si è capito il tenore generale? Si riuscisse almeno a divertirsi in questo insopportabile viaggio nella cretineria: nemmeno tale lusso ci è concesso.

Willis stesso, d’altronde, non sembra particolarmente svagato: l’ironia della situazione è che quella che dovrebbe essere l’unica attrattiva della pellicola (che comunque non risulta particolarmente invitante, non ce ne voglia Bruce) consiste a conti fatti in una prova attoriale risibile, un ammasso di frasi ad effetto esplosive quanto un fiammifero enunciate con l’espressività di un sasso. Si aggiunga al cocktail una schiera di attorucoli che variano dall’atroce al mediocre e un paio di esplosioni e il gioco è fatto. Cosa salvare dall’oblio? Le battutacce al testosterone? L’azione scervellata? Lo sforzo tecnico? L’impegno? I critici meno magnanimi parlerebbero di “incompetenza”, ma la verità è che anche nei film meno competenti c’è spesso e volentieri la voglia di fare qualcosa del poco che si ha. Qui invece del nulla non si vuol fare nulla. E in fondo è a questo che ammonta Hard Kill: una distesa di inerte e noiosissimo nulla. Nemmeno i fan dei più beceri action movie si meritano di buttar via così un’ora e mezza delle loro vite. Speriamo che almeno Willis si sia fatto quattro risate.