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Gutland

2017
Titolo Originale:
Gutland
REGIA:
Govinda Van Maele
CAST:
Frederick Lau (Jens Fauser)
Vicky Krieps (Lucy Loschetter)
Marco Lorenzini (Jos Gierens)

Il nostro giudizio

Gutland è un film del 2017, diretto da Govinda Van Maele.

Accettereste un posto nuovo dove vivere, un lavoro su misura e un futuro bello e buono in cambio della vostra vera identità?Vi piacerebbe una cornice dorata dentro la quale vivere nell’immobilità della farfalla trafitta da uno spillone?

Benvenuti nel “noir rurale surrealista” Gutland, in concorso al Riviera International Film Festival 2018 di Sestri Levante, dello scrittore e regista lussemburghese Govinda Van Maele, assistito alla regia dal fratello Narayan. Ipnotico e dal retrogusto polanskiano, il thriller combina uno stile quasi documentaristico con una narrazione che indaga i limiti della realtà e della fantasia tra mistero, sesso e cospirazione da favola nera. Protagonista della pellicola esordio, presentata in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival 2017, è Jens (Frederick Lau) un giovane uomo dal passato torbido che una mattina d’estate, con il suo borsone pesante, arriva in perfetto stile western a Schandelsmillen, un villaggio agricolo del Lussemburgo.

C’è qualcosa di inquietante che bolle sotto la freddezza della comunità locale, la maggior parte della quale ha vissuto nel villaggio per tutta la vita e fatica ad accoglierlo. Al contrario, la figlia del sindaco, Lucy (l’attrice Vicky Krieps, scelta nel ruolo di modella da Paul Thomas Anderson ne Il filo nascosto) lo adesca in una birreria e gli da il benvenuto portandoselo a letto in una stanza tappezzata con i poster dei divi stile ragazzina anni ’80, nella casa di famiglia dove dormono i genitori e il figlio. Solo il direttore della banda locale di ottoni Jos (Marco Lorenzini) sembra aver vissuto all’estero, nella città industriale tedesca di Karlsruhe. È lui che, per ragioni inizialmente criptiche, convince un contadino del posto (Leo Folschette) a prendere a lavorare Jens e Jens ad accettare l’offerta. Come ogni società che si rispetti anche quella di Gutland ha i suoi segreti indecifrabili. Certo è che le cose non sono quello che sembrano a Schandelsmillen e nemmeno il nuovo arrivato è il viandante senza macchia e senza inganno che vuol far apparire. Quando due poliziotti attraversano il villaggio alla ricerca di un uomo implicato in una rapina e non riescono a riconoscerlo, Jens pensa di aver trovato la copertura perfetta. Il giovane straniero scopre nel camper dove alloggia gli oggetti appartenuti a qualcuno prima di lui. Si tratta dello scomparso Georges, che viveva in una casa vicina e che amava fotografare nude le donne sposate del paese. Jens svelerà il lato ombra di Schandelsmillen proprio come gli abitanti del villaggio cominceranno lentamente a scoprire qualcosa di ombroso nel passato dell’uomo.

I colpi di scena prendono il sopravvento e Van Maele introduce elementi surreali e metafisici mentre aumenta la tensione. Una inquadratura particolarmente suggestiva ricorda Cary Grant nei campi di grano in Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock. Al protagonista resteranno solo due possibilità, integrarsi o restare fuori, costi quel che costi. Vincerà il suo bisogno di appartenenza, lo stesso che Van Maele dice abbia segnato la sua infanzia. Lau dimostra presenza scenica e una certa dose di chimica sullo schermo con la Krieps. Un aneddoto riguarda l’ambientazione di buona parte di Gutland, che è girato nel villaggio dell’infanzia di Govinda Van Maele, inclusa la strada di fronte alla sua porta di casa