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Godzilla Minus One

2023
Titolo Originale:
Gojira Mainasu Wan
REGIA:
Yamazaki Takashi
CAST:
Kamiki Ryunosuke (Shikishima Koichi)
Hamabe Minami (Oishi Noriko)
Yamada Yuki (Mizushima Shiro)

Il nostro giudizio

Godzilla Minus One è un film del 2023, diretto da Yamazaki Takashi

Mentre scrivo questa recensione, si è deciso di prolungare la permanenza del film nelle sale. Doveva essere un evento speciale, questo Godzilla Minus One, destinato (o pensato come tale) solamente a quella nicchia di appassionati che, nel giro di pochi giorni, avrebbero affollato le sale togliendosi lo sfizio e consentendo poi agli esercenti di programmare altro. Ma questo è Minus One, e non Minus Habens come quello che battaglia e poi si allea con King Kong in quel Monsterverse che l’anno prossimo promette di arrivare allo sprofondamento totale del concetto (o del concept, per gli anglofili). Questa nuova versione nipponica arriva a sette anni dall’uscita dello Shin Godzilla di Anno Hideaki e Higuchi Shinji: un reboot che aveva sicuramente tracciato una linea, andando a colpire il Giappone post-Fukushima attraverso una trama in cui i meccanismi delle élite politiche, nazionali ed internazionali, venivano messi in crisi dalla comparsa di un mostro capace di adattarsi ad ogni contesto attraverso una serie di evoluzioni fisiche.

Gojira oggi torna alle radici, ossia al Secondo Dopoguerra in un Giappone in ricostruzione e segnato dai bombardamenti. Così come è segnato il protagonista Koichi, pilota d’aereo kamikaze rifiutatosi di obbedire agli ordini e poi sprofondato nell’incubo scatenato dalla creatura proveniente dall’oceano. Si evidenzia dunque, da subito, la volontà di rielaborare ancora una volta il passato del paese del Sol Levante. Non si tratta, tuttavia, del classico eterno ritorno al capolavoro di Honda Ishiro, quanto di una deviazione tematica. Gojira infatti rimane metafora della guerra e del pericolo atomico, ma rispetto al quasi instant movie del 1954 vuole rappresentare anche e ancora di più la rappresentazione di un trauma collettivo e, al tempo stesso, intimo. Koichi e tutti i personaggi che devono fronteggiare il mostro sono il prodotto di un crudele contrappasso: quello riservato, difatti, a coloro che sono sopravvissuti al disastro e che hanno dovuto condurre la loro “disonorevole” esistenza in mezzo alle macerie. Combattere il mostro e abbatterlo diventa così l’unico strumento di emancipazione dal passato e di riscatto per un’umanità finita ai margini. Un messaggio, condensato in un’atmosfera che progressivamente diventa sempre più epica, che senza dubbio è capace di avvicinare anche un pubblico non avvezzo alle produzioni orientali. Lo dimostrano sequenze come il primo scontro con Gojira a bordo del cacciatorpediniere, che non si nasconde di omaggiare Lo Squalo, ossia il monster movie a stelle e strisce per antonomasia.

Anche la natura manifesta, e di tanto in tanto posticcia, del CGI del lucertolone non rappresenta un problema visivo insormontabile, anche perché la regia di Yamazaki Takashi (che viene da Space Battleship Yamato e dal cinema d’animazione contemporaneo più popolare e stilizzato) contribuisce a rendere le scene d’azione veri surplus di un racconto che dosa come pochi le emozioni e il ritmo. Godzilla Minus One rimane in ogni caso un’operazione di riscrittura davvero entusiasmante: un diamante grezzo che rimette nuovamente al centro l’essere umano e la sua redenzione, che stavolta non è votata al martirio ma alla preservazione della vita. Un aspetto, questo antropocentrismo, che dopo Gareth Edwards si è dovuto purtroppo ribadire e che trova nella battaglia finale una delle scene meglio costruite e realizzate che abbiamo avuto modo di vedere quest’anno.