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Gli infedeli

2020
REGIA:
Stefano Mordini
CAST:
Riccardo Scamarcio (Lorenzo)
Laura Chiatti (Silvia)
Valerio Mastandrea (Favini)

Il nostro giudizio

Gli infedeli è un film di Stefano Mordini, del 2020.

Gli infedeli è il remake di un film francese dallo stesso titolo, Les Infedèles (2012), girato a più mani. Il corrispettivo italiano è invece frutto di un solo regista: Stefano Mordini (Acciaio, Provincia meccanica). Il punto di vista è quello degli uomini, il tradimento del maschio, senza nulla togliere alle femminucce. Se non ci fossero loro, il masculo italiano impenitente non potrebbe tradire. Tanti sono gli uomini che tradiscono e tante, per ovvie ragioni, sono le donne che vanno con loro. Mordini preferisce tener fuori da qualsiasi indagine le “fiamme”, concedendo uno sguardo invece alle donne che il tradimento lo subiscono, lo indagano, lo incoraggiano e talvolta addirittura disconoscono.

In Gli infedeli, Scamarcio e Mastandrea e Massimiliano Gallo, interpretano in scioltezza i protagonisti dei diversi episodi, passando dall’essere uomini dimessi in crisi di mezza età e che parlano per luoghi comuni, a disperati erotomani pronti a scoparsi qualsiasi cosa pur di non tornare dalla moglie senza essersi sfogati. Infedeli occasionali, compulsivi e seriali, pentiti ed ermetici ma in fin dei conti abbastanza patetici. Soprattutto il Mastandrea pelato e keatoniano che scivola da una routine squallida di tradimenti silenziosi in un gloryhole, a un’insperata riconciliazione con la moglie, molto più recettiva e indulgente di quanto sembri.

Gli infedeli ha nei confronti del tradimento uno sguardo benevolo ma Mordini allo stesso tempo non rinuncia a tentare un taglio satirico su certe meschinità e manie gallesche da commedia all’italiana del maschio medio latino, capace di negare l’evidenza e farcire di bugie l’amore coniugale pur di non vederlo crollare, di inseguire se stesso in una gara senza speranza col tempo o addirittura, è il caso del luciferino manipolatore  dell’episodio con Laura Chiatti di falsare l’intero mondo sociale della moglie (Laura Chiatti) e convincerla di essere pazza, piuttosto di ammettere i suoi continui tradimenti. La scelta di lasciare nell’ombra le femmine con cui i maschi del film vanno a letto, non è casuale ma spiegata bene nel finale, quando i tre protagonisti a cena ammettono di voler fottersi il 90 per cento dell’intera umanità femminile senza nemmeno saperne i nomi. Non importa chi siano, tanto chi scopa gode nel vedere se stesso mentre scopa, in un loop narcisistico spietato. Interessanti svolazzi morriconiani nella colonna sonora di Massimo Nunzi.