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Getaway

2020
Titolo Originale:
Getaway
REGIA:
Lane Toran
CAST:
Jaclyn Betham (Tamara)
Scout Taylor-Compton (Maddy)
Landry Allbright (Brooke)

Il nostro giudizio

Getaway è un film del 2020, diretto da Lane Toran.

Quando non si ha nulla di particolarmente significativo da dire, è sempre buona norma tacere. Ma poiché le circostanze impongono di rendervi conto, in un modo o nell’altro, di questo fantomatico Getaway, beh, sarà proprio il caso di trovare qualcosina di quantomeno sensato da poter proferire in merito. Un compito decisamente arduo, vista la materia per nulla esaltante che qui ci si trova a dover maneggiare. Iniziamo subito con il precisare che l’opera prima di tal Lane Toran, attoruncolo di non brillante carriera passato, forse un po’ troppo presto, dietro la macchina da presa, non può certo dirsi un obbrobrio. No di certo. In giro, oggigiorno, si trova di molto molto peggio. Detto ciò, pare tuttavia alquanto offensivo al comun pudore affermare con altrettanta foga che il suddetto kidnapping movie sia qualcosa di buono e riuscito. Si, perché, se sulla forma possiamo pur passarci sopra senza troppe remore, sulla sostanza, spiace proprio dirlo, non è possibile invocare alcun perdono di sorta. Non è per essere cattivi, ci mancherebbe altro.

È solo che questo Getaway non ci dice assolutamente nulla che quaranta e rotti annetti di belle sventolone svampite imprigionate nel fitto isolamento di una foresta oscura non ci abbiano già abbondantemente detto e ridetto. E qui, nonostante qualche piccola variazione sul tema, la solfa rimane immancabilmente sempre la stessa, con un terzetto di sexy amichette (Jaclyn Betham, Scout Taylor-Compton e Landry Allbright) che, durante una frizzantella vacanza in riva al lago, dopo averci dato giù di brutto con ogni tipo di liquame alcolico, scoprono di essere state rapite da un gruppetto di infoiatissimi boscaioli, dediti a un non ben precisato culto della Madre Terra, di cui loro stesse saranno per l’appunto le sacrificali ospiti d’onore. In mezzo a tutto questo casotto, tra grottesche masturbazioni a favore della Santa Croce e scadentissime performance da torture porn domenicale, ecco fare la sua comparsa una misteriosa ragazza fantasma, legata al culto di cui sopra da motivazioni decisamente poco chiare.

Non è che ci sia più molto d’interessante da dire a proposito di Getaway, se escludiamo una fotografia decisamente mediocre, un ritmo loffio quanto una lezione di economia aziendale di primo pomeriggio e una recitazione generale non certo esaltante. Sulla sceneggiatura sarebbe meglio non infierire oltre, avendo già ampiamente dato conto della poca freschezza d’idee e della maldestrissima modalità della loro messa in scena da parte di un regista di primissimo pelo ma già con parecchie sporcature da farsi perdonare.  La regola, d’altronde, rimane sempre la stessa: parla solo se hai qualcosa di veramente sensato da dire. Altrimenti chiudi il becco e passa oltre. Tanto, per dir cavolate, c’è sempre tempo. Comunque, al di là di tutto, l’unica consolazione è che, in questo caso, l’inopportuna sbrodolata del nostro Toran va giù liscia come l’olio in poco più di settanta minutini scarsi, senza lasciar dietro di sé particolari bruciori di stomaco e di iride. Pronta e compatta per essere opportunamente evacuata dalla mente alla fine della visione. Altro che Bifidus Actiregularis!