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Game of Death

2017
Titolo Originale:
Game of Death
REGIA:
Sebastien Landry e Laurence Morais-Lagace
CAST:
Sam Earle (Tom)
Victoria Diamond (Beth)
Emelia Hellman (Ashley)

Il nostro giudizio

Game of Death è un film del 2017, diretto da Sebastien Landry e Laurence Morais-Lagace

Un titolo a dir poco inflazionato per un’opera supersplatter, divertente e senza troppe pretese, direttamente dal Torino Film Festival: ecco, in pillole, questo Game of Death, co-produzione tra Canada, Francia e USA, diretto dal duo registico formato da Sebastien Landry e Laurence Morais-Lagace. Il primo è alla sua seconda prova col lungometraggio, dopo il debutto con l’ottimo dramma Un parallèle plus tard (2014), mentre Morais-Lagace è alla sua opera prima. Landry ha un background accademico sia in cinema che in design di video-games e Game of Death ne è la prova lampante: ci troviamo davanti a uno splatterone vecchia maniera, in puro stile 80s e senza cervellotiche seghe mentali. Teste che esplodono, sangue a go-go e budella ovunque per 73 minuti di divertimento assicurato. Una trama esilissima che è poco più di un accessorio: un gruppo di sette amici si ritrova nella villa dell’inquieto e inquietante Tom (Sam Earle) e della belloccia Beth (Victoria Diamond), fratello e sorella dal legame un tantino torbido, per una giornata di party a piede libero. I personaggi sono decisamente insopportabili nelle loro smorfie e cretinate davanti all’occhio della cam da cellulare che li riprende incessantemente a inizio film: pettegolezzi e cazzate varie ma la migliore tradizione slasher non può venire meno. Subentrano, infatti, sesso, birra e droga, portata dall’amico pusher Tyler (Erniel Baez Duenas), attrezzatissimo con la sua valigetta all-drugs e non troppo discreto nel girare con una vistosa auto gialla, con la quale consegna pizze a domicilio.

 

Game of Death-1

A metà tra lo sballo e la noia, trovano un vecchio gioco da tavolo, Game of Death per l’appunto: anch’esso decisamente eighties, con un display e sette bei teschietti sui quali gli idioti di turno mettono il dito, pungendosi e lagnandosi. E’ qui che inizia il film vero e proprio: l’aggeggio emette una musichetta tanto ossessiva quanto efficace, il teschio nel display se la ride e sforna il numero di persone che dovranno ammazzare per sopravvivere, ben 24. Ovviamente, nessuno prende la cosa sul serio finchè i crani di due di loro non esplodono: si rendono dunque conto che la mattanza deve avere inizio. Landry e Morais-Lagace hanno adattato il film da una web-series, senza perderne lo spirito dissacrante e anarchico: girato in parte con camera a mano, mischiando tecniche tra cui cartoon e video-gaming vintage, danno vita a un bagno di sangue ad altissimo tasso di intrattenimento, nel pieno spirito dello splatter puro. Non sono necessarie spiegazioni o backgrounds, non importa da dove provenga il gioco, come sia finito in casa dei due e perchè sia sbucato solo in quel momento: quello che importa è il divertimento gore, i morti ammazzati a cui segue il ghigno del malefico display, in una narrazione veloce e scatenata.

Game of Death-2

Non si deve essere tentati di dare chiavi di lettura alte o troppo cervellotiche (i videogames fanno male? fanno sembrare la morte una cosa senza importanza?) in quanto non ci sono. Ciò non significa, tuttavia, che Game of Death sia privo di riflessioni: le figure genitoriali sono totalmente assenti, non vengono nemmeno mai nominate e i due registi sono abili nel non instaurare la benchè minima empatia con i personaggi. Il finale chiude degnamente questo spassoso gore-fest in salsa teen, in cui spiccano le belle musiche di Julien Mineau e i make-up fx a cura di Rémy Couture, pregevolissimi contando che si tratta di un low-budget. Poco più di un’oretta di divertimento ignorante e old-style: irresistibile nella sua semplicità.