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Final Girl

2015
Titolo Originale:
Final Girl
REGIA:
Tyler Shields
CAST:
Abigail Breslin (Veronica)
Gracyn Shinyei (Veronica da piccola)
Alexander Ludwig (La Mente)

Il nostro giudizio

Final Girl è un film del 2015, diretto da Tyler Shields.

Abigail Breslin, portatrice di questo nome mesmerico che viene voglia di ripetere all’infinito come un mantra, è stata di recente – almeno agli occhi del pubblico italiano – la figlia di Schwarzenegger in Maggie/Contagious, la malatina e presto morticina alla quale si attaccava la forza larmoyant del film di Henry Hobson. Si fa fatica, un attimo, a ravvisare le fattezze della moretta piuttosto longilinea in via di zombificazione, con la biondissima e lievemente in carne protagonista cui la Breslin dà vita in Final Girl. Però è sempre lei: talentuosa anche se con quella sapiente dissimulazione che nel 2007 era stata notata e apprezzata con una candidatura all’Oscar per Miss Sunshine. Di Veronica, così si chiama Abigail nel film di cui stiamo scrivendo, si sa poco o niente; non perché ci sia poco da sapere ma perché, accortamente, ci viene presentata senza troppe spiegazioni: da bambina, un uomo (Wes Bentley) l’ha presa con sé e ha cominciato ad insegnarle il compendio dell’arte enciclopedica dell’assassino perfetto. Ma forse è meglio dire del sicario o del killer perfetto. Lui capisce di che pasta è fatta la piccola quando lei traccia con sicurezza la via per uscire da un labirinto  su un equivalente della Settimana Enigmistica. I genitori della piccola sono morti, forse fatti fuori. Non si capisce ed è giusto che non si capisca.

Da una parte, quindi, il training di Veronica che, diventata ora adulta, segue il suo mentore in strane esercitazioni sui sassoni di un lago e tra una prova di strangolamento e l’altra, viene iniettata con della droga per testare la sua resistenza alle allucinazioni e probabilmente per mitridatizzarla. Dall’altra, invece, un gruppo di ragazzi di buona famiglia che in un paese americano privo di specifici connotati geografici, passano le loro nottate  divertendosi a cacciare nei boschi giovani pulzelle bionde (bionde perché il loro capo, Chris, Alexander Ludwig, ha una passione per le bionde), braccandole come selvaggina e infine ammazzandole con un colpo di grazia in fronte. Allora, i temi sono chiari: la killer che sembra un cerbiatto ma è letale come un crotalo e i giovani bastardoni che giocano la pericolosa partita. In un film del genere, di solito, loro scelgono lei e poi hanno la brutta sorpresa di scoprire con chi hanno a che fare. In Final Girl, è lei che sceglie loro: o meglio, il suo istruttore sceglie che quei massacratori di ragazze rappresentino l’oggetto della tesi finale di Veronica che per laurearsi all’Accademia del crimine dovrà avvicinarli, farsi agganciare, quindi farsi portare nei boschi, affrontarli e sterminarli, uno a uno.

Nel linguaggio tecnico dello slasher, la “final girl” è quella che riesce a sopravvivere a qualunque mostro o serial killer si trovi ad affrontare. In questo caso, però, la final girl è lei stessa una sorta di serial killer e i suoi persecutori si trovano ribaltati nel ruolo delle vittime. Questo cambio di prospettiva è ciò che ci fa godere del film, perché sappiamo che la Breslin, piccolina e apparentemente impacciata quale appare, si scatenerà come la più perfetta macchina di morte. Un ulteriore punto a favore di Final Girl, è lo stile poco convenzionale del regista Tyler Shields, che di base è un fotografo di arte e moda e la composizione delle sue inquadrature lo fa agevolmente capire, essendo molto ricercata e molto studiata – talvolta persin troppo. La scena della caccia finale a/di Veronica nel bosco ha di geniale la trovata innaturalistica ma molto fotografica di spottoni luminosi che bagnano la vegetazione come se fosse giorno. Va precisato che rispetto alla storia, l’irrazionale luminescenza ha comunque come possibile spiegazione che Veronica, più magnificamente bastarda dei bastardi con cui è in gara, ha loro somministrato un allucinogeno mescolato al whisky di una fiaschetta. È , questa, anche una paraculata di Shield, per giocarsi al meglio le possibilità atletiche della Breslin e delle sue eventuali controfigure – chi vedrà il film, capirà di cosa parlo.  Il regista è anche il boyfriend della figlia di Clint Eastwood, Francesca, la quale compare, con i suoi occhi blu magnetici, in una grande sequenza onirica e sconcertante al termine del film, quando le mattanze stanno avendo fine