Featured Image

Fatman

2020
Titolo Originale:
Fatman
REGIA:
Eshom Nelms, Ian Nelms
CAST:
Mel Gibson ( Chris Cringle / Babbo Natale)
Marianne Jean-Baptiste (Ruth)
Walton Goggins (Skinny Man)

Il nostro giudizio

Fatman è un film del 2020, diretto da Eshom e Ian Nelms.

Tutto si può dire del buon Mel Gibson, tranne che non sia un gran burlone. Uno di quelli che, alla sua veneranda età, ancor oggi non si fanno il ben che minimo scrupolo a buttarla di fuori con ruoli e performance che metterebbero in serio pericolo la credibilità di un qualunque collega di set con anni di onorata carriera sul groppone. Ma lui, felice come un pinguino in un negozio di surgelati, se ne frega altamente di tutto e di tutti, ben disposto a farsi crescere barbone e pancione per impersonare nientemeno che il caro Papà Natale in carne e ossa, senza tuttavia il rosso cappotto e il pomposo cappellino di ormai conclamata ordinanza. Si perché il Fatman partorito da Eshom e Ian Nelms è tutto fuorché canonico nella suo spirito e nel suo dresscode tutt’altro che natalizi. Un rude boscaiolo ben attempato, ormai disilluso da tutto e da tutti che, assieme alla mogliettina Ruth (Marianne Jean-Babtiste), ha deciso di rintanarsi in quel di North Peak, nel profondo sfintere della fredda Alaska, dove portare avanti una secolare quanto decadente attività in un mondo ormai alla deriva, pieno zeppo di discoli fanciulli e sempre meno propenso a sfornare uomini e donne di buona volontà.

E sarà proprio uno di questi pestiferi frugoletti a mettere i bastoni fra le renne al nostro rude Santa Clause, mentre quest’ultimo si trova costretto a riconvertire parte della propria elfica forza lavoro per produrre componenti militari destinati alla creazione di cacciabombardieri commissionati dal governo degli Stati Uniti, maggior contribuente dell’ormai storica attività di produzione consegna doni. Forte della sua tracotanza e dei paterni dollarozzi, quel gran figlioletto di papà – e di buona donna – di Billy Miller (Chance Hurstfield), dopo essersi trovato sotto l’abete un bel tocco di carbone, ha infatti deciso di assoldare uno spietato killer (Walton Goggins) per accoppare lo scorbutico Fatman, una vera esecuzione in stile mafioso per di più operata da colui che, a suo tempo, venne anch’egli deluso dal regalo sbagliato. Si prepara dunque un’innevata lotta all’ultimo sangue dalla quale il nostro coriaceo Chris(tmas) Cringe non si tirerà certo indietro, forte della protezione di un intero esercito armato fino ai denti e della provvidenziale ascia imbevuta di fragrante vischio. Alla fine, come il buon Leone ci insegna, soltanto uno ne rimarrà, e se i conti sono destinati a tornare, quando un uomo con la slitta incontra uno col pick-up, quello con la slitta, teoricamente, è un uomo morto.

Preso per quello che è, ovvero uno sbarellatissimo e politicamente scorretto schiaffo in faccia alla secolare figura del buon San Nicolao, Fatman non può che apparire come un godibilissimo divertissement cotto e mangiato appositamente per le festività dicembrine, dove però, diversamente dalla psichedelica grottesca di un Santa’s Slay, l’universo narrativo entro cui viene inserito il nostro Papà Natale appare assolutamente coerente e credibile in sé stesso. Niente vestiario color porpora, niente slitte né tantomeno sganascianti “OH OH OH”, ma ruvide camicione a scacchi, sdruciti cappellini di lana e parecchia disillusione a farla da padrona, per un uomo costretto a trascinarsi sul groppone il peso degli anni e di un’attività ormai sull’orlo del fallimento, che solo la riconversione forzata in salsa capitalista può in qualche modo salvare dal baratro. In tutto questo si inseriscono biscottini di marzapane, renne tenute diligentemente in serraglio e un plotone di mini Legolas che paiono gli alienati dipendenti di Amazon piuttosto che allegri e canticchianti sforna doni di infantile memoria. Quando poi la cattiveria pura inizia a farsi strada a suon di pallottole, silenziatori, mazzate sui denti e tanto tanto sangue, beh, allora ogni briciolo residuo di spirito festaiolo va letteralmente a farsi benedire, trasformando il caro Santa in un cazzutissimo John Wick disposto a tutto pur di arrivare vivo e vegeto, magari un po’ ammaccato, al contro cenone di Santo Stefano.