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Erom

2018
Titolo Originale:
Erom
REGIA:
Yaron Shani
CAST:
Laliv Sivan (Alice)
Bar Gottfried (Ziv)

Il nostro giudizio

Erom è un film del 2018, diretto da Yaron Shani.

V.M.14 anni. Ma ci vogliono ottanta minuti per capire perché. Si tratta di Erom (Stripped), il nuovo film di Yaron Shani, uno dei cineasti israeliani emergenti più interessanti degli ultimi anni. Il film, girato in digitale, in concorso nella sezione Orizzonti di Venezia 75, ha tutti gli ingredienti per scaldare il sangue nelle vene: la relazione tra una famosa scrittrice 34enne aspirante regista (Laliv Sivan) e un 17enne  (Bar Gottfried) vergine aspirante  musicista professionista e l’iniziazione a pagamento di un gruppo di adolescenti sullo sfondo della Tel Aviv minacciata da uno stupratore seriale. Ma, nei fatti, le aspettative vengono deluse. Le scene hard, poche e confuse, sono sorprendentemente sfocate nei dettagli. Nulla è concesso alla curiosità dello spettatore. Nemmeno il fondoschiena del giovane protagonista, i seni delle prostitute o i video porno che fanno da carburante alle fantasie dei minorenni. I particolari offuscati creano il dubbio nel pubblico che le mercenarie del sesso siano in realtà transessuali dalle vistose parrucche di infima qualità. Neanche la censura giapponese era arrivata a tanto… E l’interrogativo rimane senza risposta: perché vietare Erom ai minori di 14 anni?

Alice, la protagonista, soffre di attacchi di panico che la obbligano a un autoisolamento nelle mura domestiche in compagnia dei suoi tre cani, costretti a defecare e urinare sul pavimento di casa. Le sue notti sono popolate di incubi dove lo stupro minaccia la sua incolumità fisica e psichica. Anche il successo nel campo della letteratura e la conseguente condizione di notorietà le creano frequenti disturbi d’ansia. Nell’edificio di fronte vive il 17enne Ziv con i suoi genitori. In procinto di lasciare la città per il servizio militare, sotto il peso dei doveri dell’età adulta, si ritrova triste e vulnerabile all’idea di non poter suonare durante la leva che durerà tre anni. Solo la decisione di perdere la verginità lo eccita. Superata l’iniziazione sessuale con i suoi coetanei in un bordello domestico con piscina dove i giovani si alternano tra le gambe delle prostitute (anche in questo caso con le parti sessuali e persino i volti sono censurati) Ziv realizza di desiderare solo Alice. Lei lo convoca per un provino come protagonista del suo primo documentario da regista sulla vita dei giovani militari e la loro frequentazione si intensifica.

Quando tutto sembra destinato a risolversi in un incontro consapevole tra due amanti, il colpo di scena non si fa aspettare. In una condizione tra il reale e l’onirico Ziv le somministra in un calice di vino la cosiddetta droga dello stupro.Le paure di Alice che le  tormentavano le notti si rivelano presagi della realtà. Il ragazzo è il suo stupratore? Lei, incosciente sotto gli effetti della droga, avrà una trasformazione inaspettata. Il ritmo lento di Erom finisce per ammosciare, e non solo lo spirito dello spettatore. Gli attori sono volutamente non professionisti, ma non riscattano la loro inesperienza. Le immagini a colori sembrano virare nel bianco e nero per la mancanza di contrasto. Il tutto sconfina nella noia della fiction. Solo la colonna sonora fornisce il ritmo mancante. Il regista Yaron Shan, laureatosi all’Università di Tel Aviv, dopo il film che lo diploma, Disphoria (2002), perfeziona il suo stile incentrato principalmente sulla realtà. Il debutto vero e proprio si ha nel 2009 con il noir Ajami che ottiene una nomination come miglior film straniero agli Oscar 2010, un premio – la Camera d’oro – a Cannes nel 2009 e una candidatura agli European Film Awards XXII edizione.