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Enragés

2015
Titolo Originale:
Enragés
REGIA:
Éric Hannezo
CAST:
Lambert Wilson (Le père)
Virginie Ledoyen (La femme)
Guillaume Gouix (Sabri)

Il nostro giudizio

Enragés è un film del 2014, diretto da Éric Hannezo.

Éric Hannezo, lo riconosciamo, è uno di noi, Gooble Gobble. Perché soltanto uno di noi può farsi venire per la testa di rifare Cani arrabbiati di Mario Bava, nel senso di girarne un quasi remake. Dove il “quasi” sta per un buon 95% della storia originale e il restante 5 è farina nuova uscita dal sacco di Hannezo. Sì, lo riconosciamo e dopo avere visto Enragés possiamo anche dire che lo accettiamo, perché il film del 2015 non sfigura affatto a fronte del suo archetipo, sfortunato e mai realmente terminato da Bava, la bellezza di quarant’anni fa. Diciamo subito che la campagna laziale battuta dalla canicola estiva è sostituita dalle strade del Canada e che il cielo sopra la vicenda nuova è plumbeo e asfissiante. E diciamo che la quasi unità aristotelica di tempo e azione che Bava aveva cercato di mettere in scena, con una storia in tempo reale, viene smantellata a favore di una diluizione degli eventi nell’arco di una giornata, dal mattino a dopo la mezzanotte. Ma il punto di partenza e quello di arrivo sono i medesimi. Quattro rapinatori, molto determinati e feroci, dopo un colpo finito nel sangue arrivano in un centro commerciale dove prendono in ostaggio una donna. Quindi sequestrano una macchina con a bordo un uomo che sta portando – dice – la sua bambina piccola in ospedale, perché gravemente malata. Il piano dei delinquenti – che hanno perso il capo, interpretato dall’attore feticcio di Fabrice Du Welz, Laurent Lucas, quello che in Calvaire veniva trasformato in donna dai bifolchi – è di farsi portare verso la frontiera dove un’imbarcazione li sta aspettando.

I ruoli: Lambert Wilson è quello che era Cucciolla nell’originale, cioè il padre. Guillaume Gouix – Sabri – è il Maurice Poli della situazione. Sono i due migliori, anche. Perché gli alter ego di Don Backy e di George Eastman, rispettivamente Franck Gastambide – Manu – e François Arnaud – Vincent – era impresa abbastanza folle sperare non dico che eguagliassero ma anche solo che si avvicinassero ai modelli. Infatti, saggiamente, Hannezo li defila, li minimizza, senza arrivare a dire che li lasci proprio in ombra. Di contro, il nuovo film fa entrare in scena una superba Virginie Ledoyen che straccia senza meno il niente che era – diciamocelo – Lea Lander nel Cani arrabbiati del 1974. Hannezo la presenta in separata sede, all’inizio, mentre si sta provando dell’intimo in un negozio, dopodiché le fa incrociare la strada dei quattro fuggiaschi in una sequenza, dentro al centro commerciale, dove l’entrata in scena della donna è accompagnata da un attacco di musica eccezionale – la colonna sonora di Laurent Eyquem, in elettronica, rielabora anche il tema conduttore di Stelvio Cipriani che fu in Bava. E la camminata ritmica della Ledoyen in quel mezzo minuto di un lunghissimo e complesso piano sequenza dove varie situazioni si intersecano e si raccordano, resta impressa come uno dei grandi momenti del film. Basterebbe da sola a sancire il pregio di Enragés.

Non insisterei troppo sul fatto che Hannezo lascia fuori dalla porta tutto l’aspetto eccessivo, parossistico e paradossale che c’era in Bava, il sadismo, le esibizioni erettili di 32, il ghigno, il sudore, la costrizione a urinare, eccetera eccetera. E mi concentrerei, invece, su quel cinque per cento di novità che consiste nel far giungere la vettura con a bordo i sei strani viaggiatori nel bel mezzo di una sagra tribale in un paesucolo del Canada dove i cittadini, armati fino ai denti, stanno consumando La festa dell’Orso, bruciando un enorme plantigrado di legno e coperti di pellicce, sparando in aria come forsennati. Praticamente Bava che incontra The Wicker Man. Sono un pugno di sequenze verso la fine, ma lasciano il segno che devono, in coincidenza di un violento tentativo di fuga della Ledoyen e di Lambert Wilson che si svolge dentro la casa di una vecchia paralitica la quale comunica solo scuotendo un campanello (e la cosa sarebbe piaciuta un sacco a Bava). Ecco, diciamo che ho la presunzione di credere che se il regista di Cani arrabbiati del 1974 potesse vedere l’Enragés 2014 si sentirebbe certamente lusingato del bell’omaggio e troverebbe di che divertirsi del talento di questo Hannezo, che finora si era distinto solo nel campo della produzione (suo il documentario del 2013 Mademoiselle C e prima ancora il film collettaneo di corti sull’infedeltà Gli infedeli, del 2012).