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Encounters – L’industria degli UFO

2023
REGIA:
Yon Motskin
CAST:
Gráinne Kelly (se stessa)
Matthew Roberts (se stesso)
Steve Allen (se stesso)

Il nostro giudizio

Encounters – L’industria degli UFO è una docu-serie del 2023 diretta da Yon Motskin.

Il 2019 è stato l’anno in cui le autorità statunitensi hanno pubblicamente ammesso l’esistenza di supposti oggetti volanti non identificati (oggi si preferisce chiamarli UAP, che sta per Unidentified Aerial Phenomena), mostrandone alcuni brevi filmati girati dalla marina militare. La questione ha generato dibattiti, ampliando al contempo le speculazioni complottiste trainate dal whistleblower di turno. L’ultimo, David Grusch, ha dichiarato che gli Usa sarebbero a conoscenza di attività “non umane” almeno sin dal 1930, e anche di “essere certo” che il Governo federale sia in possesso di materiale “scottante”, fra cui “corpi alieni” recuperati da presunti ufo schiantatisi sul nostro pianeta. Niente che non fosse già stato detto, insomma. Certo è che, volendo fare una ricerca seria e circostanziata, di filmati decisamente migliori di quelli sgranati rilasciati dalla marina ce ne sarebbero anche. Un esempio potrebbe essere il caso dell’avvistamento di New York documentato dettagliatamente dal canale ufficiale di CBS News e risalente all’ottobre 2010 (lo si trova digitando da YouTube il titolo: “Exclusive New York City “UFO” Footage”), e in cui si nota una strana sfera bianca svilupparsi in modo incomprensibile in quella che sembrerebbe essere una forma triangolare. Molti danno per scontato che la matrice di un fenomeno come quello appena descritto sia – contro ogni altra ipotesi – extraterrestre. Questo partendo dall’assunto che, in un universo “popolato da miliardi di stelle e di pianeti”, debbano per forza di cose celarsi altre forme di vita. Al momento, però, mancano le prove concrete (lo dice un ultimo studio della Nasa).

Nulla, tuttavia, parrebbe intralciare l’interesse che da sempre ruota attorno alla questione ufologica. Lo sa bene Netflix, che dopo Top Secret UFO: Rivelazioni, del 2021, si rifà viva con questo Encounters, centrando l’attenzione su quattro casi, alcuni più noti, altri meno, di presunti “incontri ravvicinati”. In collaborazione con la Amblin Television di Steven Spielberg, la miniserie si scorpora uniformemente anche grazie a un buon lavoro di regia, a opera di Yon Motskin (già dietro alla serie di HBO Max Generation Hustle). La pecca maggiore sta forse nella durata dei singoli episodi, che non va oltre i cinquanta minuti. In “Messaggeri” si riportano le testimonianze dei tanti residenti (centinaia, addirittura) della cittadina texana di Stephenville, che nel 2008 riferirono di aver vissuto qualcosa di inspiegabile avvistando strane luci. Secondo alcuni ufologi si tratterebbe addirittura dell’avvistamento civile “più significativo degli ultimi trent’anni”. Strano perché, stando ad altri, tale importanza la ricoprirebbe il caso della scuola primaria Ariel, che fa da sfondo al secondo episodio, intitolato “Credere”. Nel 1994, a Ruwa, nello Zimbabwe, oltre sessanta alunni di un’età media fra gli otto e i dodici anni, affermarono di aver visto atterrare, durante l’ora di ricreazione e nell’area antistante l’istituto, alcuni oggetti luminosi da cui sarebbero emersi uno o più alieni corrispondenti alla stereotipata categoria dei “grigi” (esseri di piccole dimensioni dotati però di teste e occhi grandi). Alcuni studenti riferirono di aver ricevuto dagli stessi, mediante un contatto “telepatico”, una serie di messaggi di avvertimento relativi alla terra, in particolare rispetto al problema dell’inquinamento e dell’utilizzo azzardato della tecnologia da parte degli umani (argomenti oggi più che mai attuali, si direbbe).

Coloro i quali esposero quei fatti all’epoca non hanno mai cambiato versione, sostenendo con forza la legittimità della loro esperienza. Poi certo, se propro volessimo puntualizzare, potremmo chiederci per quale motivo degli ET così avanzati, evidentemente in grado di raggiungere il nostro pianeta con facilità estrema, abbiano voluto contattare dei bambini o al massimo dei preadolescenti (peraltro di una scuola situata in un’area rurale sperduta), piuttosto che le Nazioni Unite o qualcun altro. Difficile davvero farsi un’idea, ma il caso merita di essere approfondito (si consiglia il docufilm Ariel Phenomenon, del regista Randall Nickerson). Nel terzo episodio, “Il Triangolo di Broad Haven”, si riparte da una serie di strane apparizioni che si sarebbero verificate (nel 1977) nella località gallese di Broad Haven, e che coinvolsero – anche qui – alcuni bambini di una scuola elementare, più altri residenti della zona. A emergere è uno spaccato interessante su come certi racconti dal sapore ultraterreno trovino un intreccio col folklore locale, un po’ come nell’ultimo episodio, “Luci su Fukushima”, emerge uno studio sull’aspetto psicologico e insieme spirituale che può essere legato al tema degli avvistamenti. Nel 2011, durante il mostruoso disastro nucleare di Fukushima, molte persone riferirono di aver assistito alla comparsa di misteriose luci nel cielo, che qualcuno filmò anche. Alcuni ipotizzarono un intervento “altro” volto a una sorta di “monitoraggio ambientale”; da lì la teoria – non certo nuova – per cui vi sarebbe una connessione fra la misteriosa attività degli UAP e le centrali nucleari. Vi è invece chi, nelle apparizioni di quelle sfere, ha voluto scorgere le anime dei defunti, vittime del disastro, dacché, secondo una certa credenza giapponese, alla morte dell’uomo l’anima ne abbandonerebbe il corpo, librandosi verso l’alto. Sarebbe interessante conoscere, a proposito di tutto questo, il punto di vista degli “alieni”.