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El rapto

2023
REGIA:
Daniela Goggi
CAST:
Rodrigo de la Serna
Julieta Zylberberg
Jorge Marrale

Il nostro giudizio

El rapto è un film del 2023 diretto da Daniela Goggi.

La macchina da presa è una macchina del tempo. Si torna esattamente a 40 anni fa. Con una riproduzione fedelissima, anche nelle scelte tecniche e fotografiche, El rapto ci porta in Argentina. Quella successiva alla dittatura di Videla (1976-1983). Una parvenza di libertà. Perché la democrazia è ancora infettata nelle maglie dell’esercito, dell’intelligence, dello stesso Stato. Se ne accorge in presa diretta Julio Levy, esule di ritorno a Buenos Aires per ricongiungersi alla famiglia di ricchi imprenditori ebrei, quando rapiscono il fratello maggiore. Da quel momento in poi il film dell’argentina Daniela Goggi, presentato all’80° edizione della mostra del Cinema di Venezia, prende un’altra piega. La gioia della patria ritrovata, delle famiglie riunite, delle tavolate in giardino a mangiare e cantare, si fa dramma e poi tragedia. Non c’è solo la disperazione che fa temere un altro caso di “desaparecido”, l’amore fraterno, la posizione da prendere di fronte alla richiesta di riscatto, le redini dell’azienda da tenere salde. C’è una fitta rete di contatti con i sequestratori (o chi li rappresenta e li controlla) che lascia emergere i crimini commessi anche dopo il 1983 da ex videliani alle dipendenze dello Stato. Ancora oggi non è stata fatta piena luce su quelle vicende. I negoziatori inizialmente sono Julio e la moglie del fratello Miguel. Sono costretti a sborsare migliaia di dollari a un gruppo anonimo con legami politici e militari: la ricerca del rapito si trasforma in un enigma, fra trappole, menzogne e voltafaccia. Poi pian piano la famiglia si sfalda, e così l’azienda, la fiducia in chiunque, la psiche del protagonista, interpretato da un bravissimo Rodrigo De la Serna, già conosciuto al grande pubblico per i suoi ruoli nei Diari della motocicletta, nella serie televisiva La casa di carta e per essersi calato nei panni del Papa nel film biografico Chiamatemi Francesco.

Al suo fianco c’è una straordinaria Julieta Zylbeberg, che interpreta la moglie e il suo disperato tentativo di salvare il salvabile, di far prevalere l’amore, anche per i due figli che crescono tra scorta e paure, in un crescendo di suspence, nella speranza di trovare lo zio vivo. La regista (che ha diretto El hilo rojo nel 2016 e Abzurdah nel 2015) sceglie la chiave di lettura intima per approfondire le diverse posizioni di familiari e dipendenti dell’azienda rispetto al rapimento, ai complici, al nuovo governo di Raul Ricardo Alfonsin. Prodotto da Rai Cine, Infinity Hill e Paramount, sceneggiato dalla stessa Daniela Goggi e da Andrea Garrote, il film ha un cast tutto argentino e bellissime musiche di Paolo Borghi. Una curiosità? Gli americani lo hanno tradotto “The rescue”, che significa il soccorso, mentre in spagnolo “El rapto” significa il rapimento. Solo alla fine si capirà perché questo film è tratto dal libro di Martin Sivak che si intitola “El salto de papà”.