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Dov’è il mio corpo?

2019
Titolo Originale:
J'ai perdu mon corps
REGIA:
Jérémy Clapin

Il nostro giudizio

Dov’è il mio corpo? è un film di animazione del 2019, diretto da Jeremy Clapin.

Trasmesso in Italia da Netflix, Dov’è il mio corpo? è un’opera costruita intorno a un’immagine tanto semplice quanto potente: una mano, senza il resto del corpo attaccato, che si lancia in una corsa precipitosa, dopo aver (ri)preso coscienza in seguito a un incidente in un ospedale. La mano cerca la persona a cui era attaccata in origine, un ragazzo di origini arabe la cui vicenda seguiamo in un lungo flashback, quasi una corsa nella corsa che porta a colmare uno spazio narrativo che ci permette non solo di comprendere pienamente la vicenda, ma di apprezzare un gioco di contrasti fra una storia d’amore profondamente malinconica, quella del protagonista Naoufel e una ragazza conosciuta per caso come nella migliore tradizione in casi come questo, e una situazione sul limite dello sconfinamento nell’horror che è proprio il viaggio della mano alla ricerca del suo padrone.

Il film di Clapin mischia abilmente i generi senza il compiacimento del pastiche, l’intenzione è né più e né meno quella di raccontare una storia senza esibire a tutti i costi le cuciture fra un genere narrativo e l’altro ma puntando, piuttosto, ad amalgamarli in un risultato finale che supera la semplice somma delle parti. I momenti surreali e la commedia romantica sono tanto estranei l’uno all’altra quanto complementari nel loro alternarsi, e la loro forza sta proprio nel combinarsi quando, separati, non sarebbero altro che uno dei tanti corti sperimentali interessanti che si dimenticano tre ore dopo averli visti e una commedia romantica ben fatta ma non particolarmente originale. Dov’è il mio corpo? racconta la solitudine come condizione essenziale dell’essere umano e la perdita come passaggio obbligatorio e ineluttabile della vita di tutti.

Veniamo al mondo, ci incontriamo, passiamo del tempo insieme e poi ci perdiamo, ma lasciamo negli altri qualcosa che non se ne va e che, a volte, sembra volersi ricongiungere a tutti i costi con chi, per un motivo o nell’altro, non è più nella nostra vita. Basta un attimo per separare qualcuno che era unito, e non basterà il resto della vita per riunire chi nello spazio di un istante è stato definitivamente separato.Visivamente, il film è una delizia: le animazioni sono fluide e naturali, il realismo dell’ambientazione e nelle proporzioni dei personaggi si combina efficacemente con quel tocco di cartoonesco dato ai volti e, nell’insieme nel dare a Dov’è il mio corpo? un’identità visuale tutta sua. L’opera di Clapin è un prodotto complesso, un film d’animazione che scava in profondità attraverso una narrazione ricca, intensa nei toni e articolata nello svolgimento, che gioca con i piani temporali con la stessa dimestichezza con cui approfondisce l’interiorità dei personaggi raccontandoli con la cifra costante della delicatezza.