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Domino

2019
Titolo Originale:
Domino
REGIA:
Brian De Palma
CAST:
Nikolaj Coster-Waldau (Christian Toft)
Carice van Houten (Alex)
Guy Pearce (Joe Martin)

Il nostro giudizio

Domino è un film del 2019, diretto da Brian De Palma.

Un thriller sbagliato, lento, in salsa terroristica, è l’ultima opera, in ordine di tempo, del grande maestro del cinema americano che da cinquant’anni ci inquieta con le sue ossessioni reclamanti elaborate in film. A livello narrativo la pellicola, purtroppo, non brilla. Una caduta libera, quella di Domino, che nel nome ha segnato il suo destino. Quello di far crollare, come le tessere del gioco da cui il film prende il titolo, ogni certezza sulla onnicomprensiva capacità stilistica di De Palma. Sì, perché il regista statunitense ha rivisitato l’horror con Carrie – Lo sguardo di Satana, il gangster movie con ScarfaceCarlito’s Way e Gli intoccabili, il thriller alla Hitchcock con Vestito per uccidere e Omicidio a luci rosse, il bellico-antimilitarista con Vittime di guerra, il mystery d’autore alla Antonioni con Blow Out, la fantascienza con Mission Impossible. Dopo il lesbo noir Passion, presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2012 e mai distribuito in Italia, De Palma torna, quindi, nelle sale cinematografiche con una storia di attualità che parla di terrorismo, di CIA, di ISIS. Di rara memoria depalmiana, Domino, la cui sceneggiatura è firmata da Petter Skavlan noto per il suo lavoro in Kon-Tiki (2012), kolossal norvegese ambientato nei mari del Pacifico nominato all’Oscar per il miglior film straniero, è la rappresentazione di una trama debole, di una storia che quando la racconti si consuma, di quelle in cui il pathos si appanna.

La pellicola, una co-produzione Danimarca-Francia-Italia-Belgio-Paesi Bassi, ha un taglio propriamente televisivo di cui, a stento, se ne riconosce la paternità. De Palma affronta con Domino, in maniera superficiale e a tratti scontata, il tema del terrorismo, trascurando la complessità del problema e dimentico del fatto che all’argomento è stata dedicata, fra le altre, Homeland – Caccia alla spia, una delle serie tv più efficaci di sempre. Questa la storia di Domino. Christian (Nicolaj Coster-Waldau) e Alex (Carice van Houten), sono due poliziotti dell’unità crimini speciali di Copenaghen. Dopo l’omicidio del loro amico e collega Lars (Sren Malling), durante un’azione di polizia consumata tra i tetti della città, i due si lanciano in una disperata caccia all’uomo per trovare il colpevole, un affiliato ad una cellula danese dell’Isis. Un continuo inseguimento da parte della coppia, dalla capitale scandinava a Bruxelles fino ad Almeria, per scoprire, solo alla fine, di essere dentro a un intrigo internazionale molto più grande di loro. L’uomo a cui danno la caccia, il radicalizzato Ezra Tarzi (Eriq Ebouaney), è sotto protezione della Cia che vuole arrivare al mandante stragista, lo sceicco Sheikh Salah Al Din (Mohammed Azaay). Lo stile depalmiano fa capolino in una complessa sequenza in una Plaza de Toros di Almeria dove sta per scoppiare l’apocalisse.

Come in Omicidio in diretta i punti di vista si moltiplicano. C’è lo sguardo di chi è sul tetto e di chi è fra la folla, c’è chi è sicuro di ciò che sta vivendo e chi comincia a sospettare di un altro, mentre la realtà viene osservata attraverso i binocoli e ripresa da droni. Il tutto al ritmo di un bolero composto dal Pino Donaggio che utilizza inquietanti citazioni arabe in una colonna sonora che non delude. Un sodalizio, quello tra il compositore veneziano e il regista della New Holliwood, che conta otto colonne sonore. Lo stesso discorso stilistico vale per la sequenza dell’attentato terroristico ambientato durante un festival cinematografico. Il richiamo “al cinema dentro il cinema” per De Palma è un’ossessione. Come in Femme fataleanche in Domino. In questo secondo caso, la narrazione si snoda attraverso tre punti di vista principali, con due cellulari fissi sul fucile automatico (uno che inquadra in primo piano l’attentatrice, l’altro che offre il controcampo) e l’occhio del mandante che scruta il tutto, come un regista che controlla lo svolgimento del suo cortometraggio dietro le quinte. Se Christina Hendricks era stata in origine scelta come protagonista femminile, sia Nikolaj Coster-Waldau che Carice van Houten hanno recitato nella serie tv Il trono di spade rispettivamente come Jaimie Lannister e Melisandre. Il finale di Domino si chiude con la cinica battuta dell’agente CIA (Guy Pearce): “Siamo americani, leggiamo le vostre email”. A buon intenditor poche parole.