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Djinns

2010
Titolo Originale:
Djinns
REGIA:
Hugues Martin, Sandra Martin
CAST:
Grégoire Leprince-Ringuet
Thierry Frémont
Saïd Taghmaoui

Il nostro giudizio

Un horror bellico ambientato fra le dune del deserto, in cui un gruppo di soldati deve vedersela con insoliti nemici: i Djinns, i demoni della tradizione araba.

Nella mitologia araba lo jinn (o djinn, secondo alcune versioni) è una figura intermedia tra l’angelo e l’uomo, solitamente incarnazione di pulsioni maligne e residente in una realtà parallela a quella umana. Lo spettatore avvezzo all’horror si ricorderà sicuramente del film Wishmaster di Robert Kurtzman e degli djinn capricciosi intenti a esaudire desideri interpretandoli liberamente e violentemente. Nel film scritto e diretto dai coniugi Martins, alla loro prima esperienza nel campo del lungometraggio, invece vengono rappresentati , mantenendo una maggiore fedeltà alla tradizione araba, come demoni incorporei che vagano nel deserto, capaci di manipolare la mente degli esseri umani e farli impazzire.

La cura degli effetti speciali è lodevole, eppure l’elemento soprannaturale,  è quasi un oggetto estraneo e messo a forza all’interno della narrazione: i Martins puntano la loro attenzione sull’aspetto bellico della vicenda e solo nel finale, desolante e severo, si capisce l’intento di denuncia nel raccontare i destini di persone diverse tra loro, francesi o arabi che siano, che sembrano influenzati dal contenuto della scatola. Questa diventa a tutti gli effetti un personaggio attivo all’interno della storia, molto più degli djinn in sé.
Nonostante le estenuanti sequenze stereotipate sulle trite situazioni “militari contro militari”, i momenti suggestivi non mancano: la tempesta di sabbia con lo djinn che si confonde nel buio, le salme dei soldati che aumentano a dismisura, l’incidente aereo. Ma il complesso del film è debole, la scrittura è lenta e incerta e non sa quale direzione prendere fino alla fine, se il film bellico tout court o l’exploitation horror stile Red Sands, film molto simile in certi aspetti, con tocchi messianici (c’è persino un soldato che riesce a vedere il futuro). Il finale infligge, in un modo o nell’altro, un duro colpo al cuore dello spettatore, agganciando la triste vicenda a un fatto realmente accaduto e di cui ancora, a distanza di molti anni, se ne avvertono le conseguenze. Nel mercato internazionale il film è uscito con il titolo Stranded.