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Deepwater – Inferno sull’oceano

2016
Titolo Originale:
Deepwater Horizon
REGIA:
Peter Berg
CAST:
Mark Wahlberg
Kurt Russell
Kate Hudson

Il nostro giudizio

Deepwater – Inferno sull’oceano è un film del 2016, diretto da Peter Berg

Il disastro ambientale causato dall’incidente alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato il più grave mai avvenuto in territorio statunitense, e ovviamente i bravi americani ne hanno ricavato un film. Per la precisione un film catastrofico, che risponde perfettamente alle regole del genere. D’altronde si tratta di un disastro e, per raccontarlo al meglio, la sceneggiatura di Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand mette al centro gli uomini e le donne che ne sono stati coinvolti in prima persona. Una scelta coraggiosa, da un certo punto di vista, che tralascia cronaca, responsabilità e conseguenze da “basato su una storia vera”, prediligendo una narrazione più emozionale. Eliminando anche l’ormai inflazionata frase di introduzione sulla storicità dei fatti racconti, Deepwater – Inferno sull’oceano si concentra sui personaggi, introducendoli uno a uno.

Con una perdonabile e commovente ingenuità, le loro quotidianità sono descritte a uso e consumo dei fatti tragici che si compieranno di lì a breve, dal capo meccanico Mark Wahlberg che promette di portare un dente di dinosauro a casa per la figlioletta, all’operatrice di posizionamento Gina Rodriguez che deve riparare la sua macchina d’epoca. Chiaro fin da subito chi saranno i buoni e i cattivi della vicenda umana, chi si salverà, chi non dovrebbe farlo, chi sarà a rischio. Ma in fondo non è questo che importa alla ormai consolidata coppia Peter Berg (regia) e Mark Wahlberg (attore, produttore). All’informazione, alla denuncia, preferiscono restare dentro nel genere per poter coinvolgere il pubblico. E tutto sommato ci riescono benissimo. La parte più convincente di Deepwater – Inferno sull’oceano è proprio l’attesa. Mentre i protagonisti diventano sempre più consapevoli di ciò che gli spettatori sanno già prima di entrare in sala, il film resta in equilibrio e riesce a unire intrattenimento e racconto.

La parte più debole è paradossalmente l’esplosione e il successivo parapiglia per salvarsi la pelle, con i soliti eroismi e le telefonatissime pusillanimità dei cattivi capitalisti che hanno tradito il vero spirito imprenditoriale americano. C’è la bandiera che brucia (diciamo che se ne accenna l’imminente incendio) e le vittime sacrificali da ricordare. Perché, l’importante è pulire la coscienza dalle chiazze di petrolio e usare l’emotività del film per mostrare come il cuore dell’America sia ancora grande. Al film non importa ricordarci, anche se lo fa, che ancora oggi stiamo pagando i danni di quel disastro evitabile, perché quello che vuole è far passare alla storia l’obeso capo meccanico Mike Williams, donandogli il volto di Mark Walberg. Perché le foto non mentono (quasi) mai, ma i film devono essere bigger than life, altrimenti non funzionano.