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Deadstream

2022
REGIA:
Vanessa Winter, Joseph Winter
CAST:
Joseph Winter (Shawn)
Melanie Stone (Chrissy / Mildred)

Il nostro giudizio

Deadstream è un film del 2022, diretto da Joseph e Vanessa Winter.

Videocamere, luoghi infestati e idioti patentati non sono mai un buon connubio. Ma se è vero che ormai è possibile scovare un diverso ESP – Fenomeni paranormali a ogni cinematografica latitudine e in ogni filmico cantone, fa sempre un gran piacere quando qualcuno tenta di elevarsi al di sopra dello scellerato minimo sindacale. Esattamente come gli irriverenti Winter Brothers che, dopo essersi gettati più che decorosamente nell’antologico marciume di V/H/S/99 con l’ottimo segmento To Hell And Back, fedeli più che mai al proprio orrorifico credo e a uno stile causticamente dissacrante, scelgono di tenere nuovamente un piede nel mockumentary e l’altro nel found footage per confezionare, con Deadstream, un qualcosa di assolutamente fuori dal comune e, a ben pensarci, anche da ogni logica. Quantomeno da quella asfittica che da diverso tempo sembra ormai stancamente dominare un certo cinema di genere senza fronzoli né pretese. E se per caso vi steste già immaginando i soliti decerebrati armati di traballanti ammennicoli da ripresa lasciati in balia della propria stupidità e della solita entità fantasmatico-demoniaca dimorante all’occorrenza in manicomi, magioni o qual si voglia altro lugubre tugurio beh, sì, diciamo pure che ci avete azzeccato in pieno. Ma…

Sì, perché stavolta c’è un ma, e pure bello grosso. A cominciare dal fatto che, in questo Deadstream, il tizio decerebrato e incriminato è uno e uno solo, per giunta con la faccia da schiaffi dello stesso Joseph Winter che, nei panni di un cazzaro YouTuber dai recenti trascorsi tutt’altro che politically correct, per rimpolpare la sua schiera di risicatissimi like e cementare la fiducia dell’ormai unico preziosissimo sponsor ha deciso di organizzare una livestream nientemeno che dalla Death Manor, una delle case più infestante della terra dello Zio Sam e teatro, a quanto si chiacchiera, di numerose morti nell’arco di ben due secoli. Armato della sua inconfondibile ironia goliardica da ragazzotto non troppo cresciuto ed equipaggiato con le sue fidate GoPro come gli altrettanto incauti colleghi di ghost hunting del sudcoreano Gonjiam: Haunted Asylum, il nostro acchiappa fantasmi della domenica pomeriggio scoprirà ben presto quanto pericoloso possa essere andare incautamente a menarla in diretta streaming a uno spirito vendicativo, senza aver prima ottenuto l’opportuna liberatoria e, cosa più importante, il beneamato click sull’altrettanto beneamata campanella.

Ed è proprio qui che arriva il fatidico ma. Poiché, se nella sopracitata e inquietantitissima cronaca dell’orrore firmata da Jung Bum-sik il tutto non poteva che progressivamente assestarsi sui raggelanti binari del più consueto degli haunted movie, il nostro caro Deadstream, dopo una prima parte dedicata ai divertenti siparietti comici che vedono lo scalcinato protagonista intento a interagire a distanza con i propri followers – giocando nel contempo con i più consueti e rodati cliché del genere quali scricchiolii, vocette disincarnate e falsi jumpscare per poi dissacrarli uno dopo l’altro –, è proprio nel suo secondo delirante atto che inizia a dare il meglio di sé. Sarà infatti l’incontro, tutt’altro che fortuito, con la misteriosa fan Chrissy (Melanie Stone) a far letteralmente detonare la provvidenziale miccia capace di trascinare questo filmettino, sino ad ora tutto fuorché memorabile, verso i folli e sbarellati lidi di un viscerale e nerissimo humor di chiara ispirazione raiminiana, lanciato ad altissima velocità e senza alcun freno verso allucinate soluzioni in cui sangue, piscio, artigli nel naso ed ectoplasmatiche scazzottate si daranno battaglia come nella migliore puntata di Blob, trovando infine il tempo di chiamare in causa perfino il caro vecchio Fulci del lovecraftiano Paura nella città dei morti viventi. Il tutto, ovviamente, senza che il minimo barlume di serietà riesca mai a far realmente capolino. Serve altro? Beh, sinceramente da Midnight Factory non potevamo pretendere nulla di meglio.