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Dark

2017
Titolo Originale:
Dark
REGIA:
Baran bo Odar
CAST:
Oliver Masucci (Ulrich Nielsen)
Karoline Eichhorn (Charlotte Doppler)
Jördis Triebel (Katharina Nielsen)

Il nostro giudizio

Dark è una serie tv del 2017, ideata da Baran bo OdarJantje Friese

Netflix sta producendo, mi si consenta il termine, tv di genere. Dark rappresenta il suo picco di maturità nel campo della fantascienza, dove le due parole che formano la crasi sono presenti in maniera impeccabile. A differenza di uno Stranger Things estremamente accessibile a tutti, la prima produzione teutonica del colosso del video on demand risulta opera assai più complessa, in cui il racconto di fantasia è veicolato all’analisi non solo delle moderne teorie scientifiche ma anche della Storia non banale di un paese come la Germania. Un po’ come fece Edgar Reitz nella sua mastodontica opera Heimat, il pretesto è quello di raccontare il passato attraverso la storia, in generazioni, di tre famiglie che hanno condotto e continuano a condurre interamente la propria esistenza in un piccolo paese chiamato Winden. L’anno è il 2019 (un futuro presente): la città viene scossa dalla sparizione di due ragazzini. Le indagini non sembrano portare a niente e il mistero s’infittisce sempre più. Quello che molti non sanno è che Winden custodisce un terribile segreto: una maledizione che puntualmente si ripercuote su di essa ogni trentatré anni. Da thriller di indagine, Dark si tramuta presto in intreccio sul piano temporale.

dentro 1

Dal 2019 si torna indietro al 1986 e addirittura al 1953. Ciò però non avviene attraverso un semplice montaggio parallelo, ma per l’espediente narrativo del viaggio nel tempo. Volenti o nolenti, consapevoli o meno, alcuni personaggi scopriranno di essere sempre a Winden ma in un’epoca diversa, entrando in diretto contatto con i propri parenti da giovani o addirittura con sé stessi. Ciò che però risulta più interessante è il fatalismo di questo incontro/scontro tra epoche. Perché anche se, come il Marty McFly di Back to the Future, i personaggi sono messi nelle condizioni di interferire con il corso degli eventi, tuttavia le loro azioni estremamente invasive non cambiano di una virgola ciò che è successo nel passato e ciò che accadrà nel futuro. Più si cerca di mescolare le carte in tavola, più i conti tornano, a causa di questa eminenza grigia, l’interno della grotta nei boschi, che permette di mantenere i diversi periodi legati e interconnessi come vasi comunicanti. I diversi personaggi di questa storia corale risultano dunque in balia di questa forza, sono ridotti in solitudine, errabondi nelle buie strade di campagna, battuti dagli scrosci di pioggia e dall’ineluttabilità degli eventi. Il tutto in un piccolo paesino dove la sterminata natura subisce il contrasto e la convivenza con la spaventosa modernità della centrale nucleare, eredità mortifera dei tempi che furono.

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Dark, nel complesso delle sue dieci puntate, si prende i giusti tempi per svelare alcuni segreti e lasciarne saggiamente altri nell’incertezza. Regala momenti e sequenze davvero impressionanti, sempre grazie ad un ritmo apparentemente flemmatico ma emotivamente incalzante. Il dubbio più grande, e che fa perdere qualcosa alla serie in sede di giudizio, è però tutto rivolto al cliffhanger del season finale: la decisione di allargare un universo già perfetto di per sé in vista della stagione successiva può rivelarsi un boomerang pericolosissimo, costringendo a spostare l’intreccio da un sottogenere della fantascienza ad un altro. Non rimane altro che aspettare le prossime evoluzioni evitando di guardarsi indietro o di provare a prevedere il futuro, tanto abbiamo capito che fondamentalmente non cambia nulla.